Fuga di massa dall’Afghanistan. Nessun governo di transizione: sparatorie per le strade della città. Ponte aereo per gli occidentali. Lamorgese: “Accelerare l’accoglienza”

Le milizie islamiste talebane spazzano via il governo di Kabul e riprendono il potere dopo vent’anni di guerra. La situazione è precipitata nel volgere di poche ore e la capitale afghana è stata presa ieri mattina, il presidente in carica Ashraf Ghani ha abbandonato il paese, «per evitare un bagno di sangue» ha dichiarato in serata, facendo così largo alla milizia che, senza incontrare alcuna resistenza, ha ripreso direttamente il potere senza nemmeno trattare per un governo di transizione, occupando direttamente i palazzi del potere annunciano la nascita imminente di un “emirato islamico”. Contestualmente è iniziata la fuga di migliaia di civili afghani, oltre che degli occidentali, dal paese ripiombato nelle mani degli estremisti islamici, e ora la preoccupazione è quella di una nuova crisi umanitaria.
L’avanzata talebana
È stato un avvicinamento a tappe forzate durato meno di una decina di giorni, con la conquista, lungo il tragitto, di tutte le principali città afghane. Ieri l’arrivo alle porte della capitale. Inizialmente i portavoce talebani avevano detto di non voler prendere la città con la forza, ordinando alle milizie di sostare alle periferie. Le truppe sono poi entrate a Kabul e sono state segnalate sparatorie, mentre prima alla periferia alcune immagine trasmesse dagli stessi talebani sui social sono stati accolti da folle festanti. Un ospedale di Kabul ha reso noto su Twitter che «più di 40 persone» sono rimaste ferite in scontri alla periferia della capitale afghana e sono state ricoverate.
In fuga dall’Afghanistan
Già mentre era in corso la veloce avanzata delle truppe talebane, la gente ha cominciato a scappare da Kabul, una città dove vivono 4 milioni di persone, anche in auto, causando lunghe code di traffico, come ha mostrato la Bbc, o mettendosi in cammino verso l’aeroporto. Centinaia di civili afgani sono giunti al valico della Porta dell’Amicizia nella città di Chaman, al confine col Pakistan.
Il rientro degli italiani
Già nei giorni scorsi col peggiorare della situazione, il ministro italiano della Difesa Lorenzo Guerini ha richiesto al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli che, con la massima urgenza, venissero evacuati il personale diplomatico dell’ambasciata Italiana a Kabul e i nostri connazionali, contestualmente disponendo inoltre il trasferimento in Italia dei collaboratori afghani. Il piano di evacuazione ha previsto la creazione di un ponte aereo proprio nella giornata di ieri. Militari del Covi hanno raggiunto la capitale afghana a bordo di un Kc767 dell’Aeronautica Militare per dirigere e coordinare il volo di rientro in Italia che arriverà oggi. Successivamente all’evacuazione del personale diplomatico e connazionale, circa 200 persone, proseguirà l’evacuazione umanitaria dal territorio afghano di tutti i collaboratori afghani del ministero della Difesa e del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nel più breve tempo possibile, attraverso un ponte aereo assicurato con voli commerciali oggi e da domani proseguiranno con aerei dell’Aeronautica militare. In serata l’ambasciata Usa in Afghanistan ha lanciato l’allerta riferendo di spari nell’aeroporto della capitale, rimarcando che la situazione della sicurezza a Kabul sta cambiando rapidamente. Oggi si terrà un Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Lamorgese: «Accelerare l’accoglienza degli afghani»
Il precipitare della situazione in Afghanistan è stato oggetto anche dell’attenzione della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in occasione della riunione ferragostana del Comitato per la sicurezza ieri a Palermo. «La presa di Kabul accelera l’accoglienza degli afghani – ha detto Lamorgese –. Faremo tutto per rientri in sicurezza e terremo anche conto del rischio terrorismo». Il focus sul problema ha riguardato anche l’accoglienza degli afghani che hanno collaborato con gli italiani «Finora abbiamo accolto 228 persone. La situazione comporterà un ’ accelerazione dell’accoglienza – ha detto la ministra –. Ci sarà un ulteriore flusso di migranti afghani che arrivano dalla rotta balcanica ma anche via mare. Anche andare in aeroporto può essere un problema».