Il braccio di ferro tra autorità locali e Ministero degli Interni e Consiglio di Stato è continuato in serata, con la diretta targata ancora Cateno De Luca, Sindaco della Città Metropolitana di Messina.
Oltre alle informazioni fornite circa i dati dei contagi e dei guariti dal COVID19, e oltre ai ringraziamenti alle associazioni di volontariato, alle aziende e ai privati che hanno fornito materiali di prima necessità e utili al contrasto all’attuale crisi sanitaria, il Sindaco De Luca ha concentrato il suo intervento in un ennesimo attacco diretto al Ministro Luciana Lamorgese, non lesinando “complimenti” nemmeno al Presidente della Regione Nello Musumeci.
Cateno De Luca ha poi sottolineato che anche il Presidente della Regione Sardegna Solinas ha previsto un trattamento del tutto uguale a quello che è stato predisposto con la piattaforma sipassaacondizione, con comunicazione preventiva di 48 ore rispetto all’ingresso nei porti e aeroporti sardi in arrivo dal continente. Il Sindaco di Messina ha evidenziato inoltre il comportamento della Valle d’Aosta che ha bloccato tout court i movimenti in transito verso la Regione, così come il Comune dell’isola di Capri.
Rimarcando questi casi italiani, De Luca ha fatto chiaramente intendere come, secondo il suo punto di vista, le istituzioni nazionali e regionali stiano mettendo in moto un’operazione di cecchinaggio anti-deluchiano, con l’obiettivo di produrne la decadenza anticipata dalla carica di Primo Cittadino di Messina.
Secondo De Luca non sussistono i casi di violazione della privacy – imputatigli dal Consiglio di Stato – dato che i dati raccolti nel database messinese sono gli stessi che la Pubblica Amministrazione ha a disposizione normalmente. Queste modalità di raccolta e gestione dei dati, secondo le considerazioni del Sindaco, hanno permesso uno snellimento delle operazioni di controllo dei movimenti sullo Stretto, senza per questo precludere il godimento del diritto alla libertà di movimento, che costituisce un altro tema contestato alla determina di De Luca.
«In tempi record siamo riusciti a fare quello che lo Stato e la Regione Siciliana invece, non ha inteso fare, anzi ci fa pure ostruzionismo con il Presidente della Regione Siciliana, che continua a fare ammassare i nostri pendolari, e con il Ministro Lamorgese invece che continua a prendere di mira il Sindaco De Luca. È come se mi sentissi in questo momento bersaglio delle pistolettate di Stato» ha dichiarato De Luca.
Il primo cittadino di Messina ha letto in diretta i dati percentuali e assoluti che sono stati raccolti, analizzati e gestiti nel corso della prima mattinata di sperimentazione della banca dati, e ha lanciato il guanto della sfida alle istituzioni sopraordinate con questo appello: «Allora sfido, lo dico qua, davanti a tutti, sfido lo Stato e la Regione a fornire gli stessi dati del mese che è passato, quindi dall’11 di marzo fino ad ora, gli stessi dati che in tempo reale ho fornito ai siciliani, agli italiani e ai messinesi. Forza, Ministro Lamorgese: siete perfetti? Bene, postate gli stessi dati».
L’ultimo punto che De Luca ha contestato al Ministero e al Consiglio di Stato ha riguardato il parere per cui sussisterebbe una costrizione alla collaborazione con cui l’Amministrazione di Messina starebbe forzando gli altri Sindaci della provincia.
«Noi abbiamo previsto il parere preventivo dei Sindaci, ma se i Sindaci vogliono fare i Ponzio Pilato, cosa di cui noi daremo atto, abbiamo pensato che, fermo restando che noi richiediamo l’assenso preventivo, i Sindaci che non vogliono fare il loro lavoro, il loro mestiere, cioè si vogliono lavare le mani, vogliono fare la Crociata contro De Luca, illo utente basta che dimostri di avere informato il Sindaco, allegando la ricevuta dell’informazione data, e noi siamo tranquilli perché il Sindaco è stato informato».