
E’ arrivata a Lampedusa la nave “Mare Jonio” della Ong Mediterranea Saving Humans, che ha soccorso in acque internazionali, a 42 miglia dalle coste libiche, 49 persone che si trovavano a bordo di un gommone in avaria che imbarcava acqua. La nave si è sistemata a sud dell’isola per mettersi a riparo dal maltempo. Ma al momento, come conferma all’AdnKronos il capo missione Luca Casarini, da lì “non si possono muovere”, perché c’è il divieto di sbarco. “Mare Jonio”, come ha reso noto la stessa Ong, ha tratto in salvo tutte le persone a bordo comunicando ad una motovedetta libica giunta sul posto a soccorso iniziato di avere terminato le operazioni. Tra le persone soccorse, risultano 12 minori. Le persone a bordo si trovavano in mare da quasi 2 giorni e, nonostante le condizioni di salute risultino abbastanza stabili, sono tutte molto provate con problemi di disidratazione. E per un immigrato è stata chiesta l’evacuazione medica: il giovane potrebbe essere affetto da polmonite. Ed intanto sarebbe in corso una ispezione della Guardia di Finanza.
IL SINDACO DI LAMPEDUSA. “Riesco a vedere la nave Jonio da qui, sono alla fonda a poco più di un miglio dalla costa. Noi siamo qui che li aspettiamo. Se arrivano sono i benvenuti…”. Queste sono state le parole del sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, commentando all’Adnkronos l’arrivo della mave Ong Mare Jonio alla fonda dell’isola, con a bordo 49 migranti soccorsi nel Mediterraneo. “Se c’è bisogno del nostro intervento – ha detto Martello – noi interveniamo”. Ed ha ricordato che “non c’è un’ ordinanza di chiusura dei porti, che mi risulti”. “So che la nuova circolare del ministro Salvini è stata trasmessa in nottata alle autorità, ma in mare non esistono le circolari. Se hai bisogno e se c’è bisogno io chiedo di entrare, insomma, mi devi fare entrare. E basta”, ha continuato Martello parlando della direttiva del Viminale in cui vengono ribadite e le procedure dopo eventuali salvataggi in mare. Secondo il Viminale “la priorità rimane la tutela delle vite ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell’autorità nazionale territorialmente competente, secondo le regole internazionali della ricerca e del soccorso in mare”. “Qualsiasi comportamento difforme”, sostiene il Viminale, “può essere letto come un’azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani”. Da qui la decisione di firmare una direttiva che è stata inviata a tutte le autorità interessate.