Coronavirus: stato di emergenza, proroga al 15 ottobre: come incide su cittadini e governo

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Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulla proroga dello stato di emergenza per il coronavirus al 15 ottobre con 157 sì. I senatori hanno approvato inoltre con 281 sì, nessun contrario e 3 astenuti una parte della mozione del centrodestra sulla proroga, messa in votazione separatamente, in cui si prevede un coinvolgimento delle regioni interessate o del presidente della Conferenza Stato-Regioni. Il Consiglio dei ministri è quindi convocato domani alle 20 per il via libera alla proroga. Prima del voto, il premier Giuseppe Conte era intervenuto in Aula per comunicazioni su ulteriori iniziative relative all’emergenza Covid.

Lo Stato d’emergenza attribuisce al governo e alla Protezione civile dei “poteri straordinari” o “speciali”. Proprio per questo motivo Pd e Iv hanno chiesto al premier di dare garanzie al Parlamento con alcuni “paletti”. In particolare la richiesta è di accompagnare l’atto di proroga a un decreto che fissi il perimetro in cui si muoverà il governo. A questo scopo Stefano Ceccanti, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali, ha dettato al governo cinque punti per delimitare i poteri che il premier, con i suoi dpcm, avrebbe per effetto della proroga. L’opposizione resta comunque radicalmente contraria alla proroga perché, sostengono con sfumature assai diverse Fi, Fdi e Lega, è utile solo ad ampliare i poteri del premier. Fin qui l’impatto della proroga dello stato di emergenza sull’azione di governo.

Cosa cambia in concreto per gli italiani?

I Dpcm. I decreti del presidente del Consiglio, i Dpcm, non possono essere emanati se non in stato di emergenza. La proroga consentirebbe di rinnovare l’ultimo provvedimento firmato il 14 luglio scorso che ha prorogato tutte le misure in vigore e ha rinviato di altre due settimane la riapertura delle discoteche al chiuso e il via libera alle sagre, alle fiere e agli eventi pubblici. Il nuovo Dpcm dovrà essere firmato il 31 luglio. In questa situazione le Regioni possono continuare a firmare ordinanze, ma è comunque previsto che consegnino le linee guida al governo e dunque che funzioni la «cabina di regia» alla quale partecipano i governatori proprio per seguire una linea comunque, sia pur differenziata a seconda dell’andamento della curva epidemiologica nelle diverse aree.

Nuove zone rosse. La proroga consente di istituire, in caso di gravi focolai, nuove “zone rosse”, ovvero totalmente confinate e chiuse agli scambi con l’esterno.

Smart working. Per i dipendenti pubblici e privati si può ricorrere allo smart working fino al termine dello stato di emergenza. Quando si tornerà alla situazione ordinaria dovranno essere rivisti. La scelta di far lavorare i dipendenti da casa si è resa obbligatoria nel momento di massima criticità della pandemia per limitare i contatti tra le persone. Tra i motivi che durante il lockdown giustificavano le uscite c’erano proprio quelli legati al lavoro, ma per garantire il distanziamento sociale e così cercare di limitare i contagi da Covid-19 erano state diramate linee guida proprio per garantire la minima presenza negli uffici. Una strategia peraltro ribadita anche nella relazione finale della commissione Colao e dai protocolli dell’Inail per la sicurezza.

Scuola. Il provvedimento permetterà di acquistare tutto il materiale necessario a far ripartire in sicurezza la scuola: mascherine, gel, banchi, distanziatori di plexiglas, saltando alcuni passaggi per l’affidamento degli appalti che seguono percorsi agevolati.

Il monitoraggio. Il monitoraggio settimanale effettuato dal ministero della Salute sulla base dei dati forniti dalle Regioni sarà aggiornato per tutta la durata dello stato di emergenza. Si tratta di un quadro di situazione che tiene conto di 21 indicatori e calcola l’indice di trasmissione del coronavirus — l’Rt — sulla base del numero dei nuovi contagi, dei guariti, dei deceduti ma anche e soprattutto analizzando la tenuta delle strutture sanitarie e in modo particolare i posti liberi nei reparti Covid e quelli delle terapie intensive. Il monitoraggio consente anche di gestire i focolai e di modulare le aperture e le chiusure di alcune aree del Paese. E serve a prendere misure particolari in quelle zone, prime fra tutte quelle della movida, dove più alto è il rischio che si possa avere un aumento dei casi positivi.

Posti letto in caserme e alberghi. Nel caso di seconda ondata di Covid-19 la proroga permette di reperire posti letto in strutture diverse dagli ospedali, ad esempio le caserme o gli alberghi.

Navi per la quarantena. La gara per reperire una nave da 1000 posti dove sistemare gli stranieri che devono effettuare la quarantena può essere svolta con criteri di urgenza in modo da poterla avere a disposizione nel più breve tempo possibile. Anche tutte le altre scelte collegate alla gestione dei migranti soprattutto per l’emergenza sanitaria possono essere fatte seguendo iter più rapidi e snelli.

Blocco dei voli. Lo stato di emergenza consente anche di bloccare i voli da e per gli Stati che vengono ritenuti a rischio, oppure di individuare nazionalità che non sono ammesse in Italia.

I Paesi a rischio. Un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza ha vietato l’ingresso in Italia a chi proviene dal Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù e Repubblica Dominicana e ha imposto l’obbligo di quarantena per chi proviene da Romania e Bulgaria. Si tratta di provvedimenti che possono essere presi proprio sulla base dello stato di emergenza.

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