Fedez al Concertone per i lavoratori dello spettacolo e il DDL Zan. Polemiche da RAI3 e dalla Lega

Fedez su Instagram: «Dai vertici RAI mi hanno chiesto di omettere. Ho dovuto lottare un pochino ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente.»

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Nel suo discorso al concertone del Primo Maggio, Fedez ha parlato della condizione dei lavoratori del mondo dello spettacolo, uno dei tanti settori messi in ginocchio dalla pandemia, e del DDL Zan, bloccato in Senato dopo l’approvazione alla Camera. Dal tentativo di censura da parte della RAI alle dichiarazioni della Lega, le polemiche si sono accese già da ieri pomeriggio.

Il primo tema su cui si è concentrato Fedez è la condizione dei lavoratori del mondo dello spettacolo. Così si è appellato al Presidente del Consiglio Mario Draghi: «Caro Mario, capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo paese, però non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori del calcio e il numero dei lavoratori dello spettacolo si equivalgono. Quindi, non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola: un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da questa emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni ’40 e mai modificate a dovere sino ad oggi. Quindi, caro Mario, come si è esposto in merito alla SuperLega con grande tempestività, sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo, grazie.»

Nella seconda parte del suo intervento il cantante si è concentrato invece sul DDL Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia, fermo dal 2018, con il quale si sono schierati molti esponenti dei lavoratori del mondo dello spettacolo per sbloccare l’iter di approvazione. Secondo Ostellari, però, ci sarebbero altre priorità da affrontare in Senato.

«E allora guardiamole queste priorità — ha detto Fedez durante il suo discorso — il Senato non ha avuto tempo per il DDL Zan perché doveva discutere: l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del CONI, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e, per non farsi mancare nulla, il reintegro del vitalizio di Formigoni».

Fedez: «Dai vertici RAI mi hanno chiesto di omettere»

Già ieri pomeriggio il cantante aveva pubblicato due storie sul suo profilo Instagram affermando di aver ricevuto delle pressioni da parte dei vertici RAI che gli avrebbero chiesto di visionare il testo del suo intervento al concertone, riuscendo tuttavia a spuntarla dopo aver lottato “un pochino”. «Un po’ tanto», ha chiarito poi sul palco allestito nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica.

La RAI ha replicato in una nota: «Rai3 e la Rai sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta. Né la Rai né la direzione di Rai3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto: la Rai mette in onda un prodotto editoriale realizzato da una società di produzione in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, la quale si è occupata della realizzazione e dell’organizzazione del concerto, nonché dei rapporti con gli artisti. Il che include la raccolta dei testi, come da prassi».

Ma Federico Lucia, in arte Fedez, sul suo profilo Twitter replica pubblicando il video della registrazione di una telefonata avvenuta il pomeriggio precedente l’evento del Primo Maggio. Dall’altra parte del ricevitore ci sarebbero i collaboratori dell’ufficio del vicedirettore di RAI3 Ilaria Capitani che chiedono al cantante di «adeguarsi al sistema» ed omettere nomi e partiti.

La Lega contro l’intervento di Fedez

Prima dell’esibizione i senatori e i deputati della Lega in Vigilanza Rai si sono schierati contro l’intervento del cantante: «Se Fedez userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento».

Sul suo profilo Twitter il leader della Lega Matteo Salvini : «Il “concertone” costa circa 500.000 euro agli italiani, a tutti gli italiani, quindi i comizi “de sinistra” sarebbero fuori luogo.»

Fedez ha risposto: «Io vado al concertone a gratis e pago i miei musicisti che non lavorano da un anno e sul palco vorrei esprimermi da uomo libero senza che gli artisti debbano inviare i loro discorsi per approvazione preventiva da voi politici. Il suo partito ci è costato 49 milioni di euro.»

Il testo del discorso di Fedez al Concertone

«È la prima volta che mi è successo di inviare il testo di un mio intervento perché doveva essere messo al vaglio per approvazione da parte della politica. Approvazione che, purtroppo, non c’è stata in prima battuta. O meglio, dai vertici di RAI3 mi hanno chiesto di omettere dei nomi, dei partiti e di edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino — un po’ tanto — però alla fine mi è stato dato il permesso di potermi esprimere liberamente. Grazie. Mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio. Sappiate però che il contenuto di questo intervento è stato definito dalla vicedirettrice di RAI3 (ndr. Ilaria Capitani) come “inopportuno”. Buon primo maggio e buona festa a tutti i lavoratori, anche a chi un lavoro ce l’ha, ma non ha potuto esercitarlo per oltre un anno. E quale migliore occasione per celebrare la festa dei “non-lavoratori” se non un palco? Per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario (ndr. Draghi), capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo paese, però non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori del calcio e il numero dei lavoratori dello spettacolo si equivalgono. Quindi, non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola: un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da questa emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni ’40 e mai modificate a dovere sino ad oggi. Quindi, caro Mario, come si è esposto in merito alla SuperLega con grande tempestività, sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo, grazie.»

Una pausa durante le acclamazioni dei pochi presenti in platea e commenta: «Questa era la parte approvata, ora arriva la parte forte.»

«A proposito di SuperLega — ha continuato il cantante — due parole sull’uomo del momento: il sonnecchiante Ostellari. Ostellari ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, che è già stato approvato alla Camera come “DDL Zan”, può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza. Vorrei decantarvi un po’ dei loro aforismi, se posso.
“Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno.”, Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria;
“I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali.”, Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia.
“Gay, vittime di aberrazioni della natura.”, Luca Lepore e Massimiliano Bastioni, consiglieri regionali leghisti. Questa l’hanno scritta insieme, chissà da soli cosa potevano partorire.
“I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie.”, Alberto Zelger consigliere comunale della Lega Nord a Verona.
“Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza.”, Stella Korosheva, candidata leghista.
L’ultima è quella che ha anche un tocco di fantasy dentro: “Fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare gay.”, candidata della Lega Giuliana Livigni.
Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al DDL Zan. E allora guardiamole queste priorità: il Senato non ha avuto tempo per il DDL Zan perché doveva discutere: l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del CONI, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e, per non farsi mancare nulla, il reintegro del vitalizio di Formigoni. Quindi, secondo Ostellari probabilmente il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza. A proposito di diritto alla vita, il presidente dell’associazione Pro Vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe, amicone del leghista Pillon, in questi mesi è stata la prima voce a sollevarsi contro il DDL Zan. L’antiabortista non si è accorto però che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi, cari antiabortisti, caro Pillon, avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa.
Che brutta storia.»

Cristiana Ferrigno

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