In onore di Hans Asperger, medico austriaco, pediatra, nato il 18 febbraio 1906, in questo giorno, ogni anno ricorre la Giornata mondiale della Sindrome di Asperger.
Il primo resoconto del profilo di abilità che oggi viene chiamato Sindrome di Asperger venne scritto da una neurologa russa, ma il tributo al medico austriaco Asperger nasce dalle sue osservazioni acute in merito a questo profilo, che ora è riconosciuto come parte dello spettro dei disturbi autistici.
Il suo grande interesse verso i bambini che visitava lo portò a studiarne le peculiarità, individuando alterazioni nella comunicazione e nell’empatia. Notò, in altre parole, anomalie comportamentali nell’ambito sociale. Questi elementi, uniti ad altre osservazioni, condussero Asperger a identificare determinate caratteristiche in bambini tra i due e i tre anni e a notare che alcuni genitori sembravano condividere certi aspetti della personalità con i figli. Ne dedusse che questo quadro potesse essere legato a cause genetiche e neurologiche più che psicologiche o comunque dettate dall’ambiente circostante e che alcuni bambini avessero dei talenti specifici.
Il suo saggio divenne un punto di riferimento nella descrizione dei sintomi dell’autismo e per circa un ventennio fu presidente della pediatria presso l’Università di Vienna.
Solo dopo la sua morte il suo modello comportamentale venne ampiamente riconosciuto e, dagli anni Novanta a oggi, le sue intuizioni sono state sempre più al centro dell’attenzione degli esperti e degli studiosi, come strumento fondamentale per un’accurata diagnosi.