Non solo con la sua professione, ma anche e soprattutto con la sua bontà d’animo innata, Mario Cerciello Rega ha impresso un segno indelebile nella vita di chi l’ha conosciuto, ma anche di chi non lo conosceva e, purtroppo, in questi giorni ha avuto modo di sentirne parlare.

Avremmo voluto sentire il suo nome per un encomio, per un successo. Non certo per la sua uccisione. In questi minuti, in diretta su Rai Uno, la funzione religiosa per l’ultimo saluto al carabiniere. Mario Cerciello Rega, come sicuramente tanti altri servitori dello Stato, ha saputo pronunciare il suo “Eccomi”, come è stato sottolineato da Mons. Santo Marcianò nella chiesa di Santa Croce di Santa Maria del Corso a Somma Vesuviana.
Questo è dunque il giorno del silenzio, non delle polemiche, non dei commenti sterili che in questi giorni impazzano sui social. Oggi dovremmo ricordarci solo del buono che persone come Mario Cerciello Rega portano nel mondo e nella società e trarne un esempio concreto. Lui ha perso la vita e ciò che di utile possiamo fare è solo questo: IMPARARE dalla sua vita.
Ciò che invece ci impaurisce e ci rattrista è che, forse, episodi di questo genere non potremo mai combatterli veramente. Di fronte a questo senso di impotenza e di profonda ingiustizia che proviamo in questi momenti una cosa è certa: cerchiamo di fare silenzio, se ci è possibile, e se apriamo la bocca sforziamoci di farlo per dire qualcosa che aggiunga valore.