Terzo Premio L’Iguana per il romanzo Duecento giorni di tempesta di Simona Moraci, autrice messinese

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Il romanzo di Simona Moraci è ambientato in un quartiere a rischio criminalità, in una periferia siciliana, ma racconta anche un intrigante triangolo amoroso

Il romanzo “Duecento giorni di tempesta” di Simona Moraci, Marlin editore, ha ottenuto il Terzo posto, sezione Narrativa, al Premio Castello di Prata Sannita L’Iguana – Omaggio ad Anna Maria Ortese – Omaggio a Gerardo Marotta, VIII edizione 2021.

Alla cerimonia, nel Castello di Prata Sannita, in provincia di Caserta, sabato 26 giugno, era presente l’editore Sante Avagliano, che ha letto il messaggio di Simona Moraci: “Sono commossa, emozionata e onorata per questo premio nel nome di una grande scrittrice, esempio e modello di alta letteratura, attenta ai temi dell’infanzia, e dedico questo riconoscimento a mio padre. Nel suo nome e nel suo esempio, ringrazio la giuria e mi fa particolarmente piacere che sia stato premiato un testo che affronta il tema della scuola nelle zone a rischio, in periferia, lì dove strappare i ragazzi alla malavita significa fare pendere la bilancia, come insegnanti e come educatori, a favore dell’amore e della cura affettiva. Leggendo “Il mare non bagna Napoli”, oltre alla qualità della scrittura, ho ritrovato temi a me molto cari e presenti nel mio romanzo: in particolare la miseria e l’ingiustizia che opprimono i ragazzi, a dimostrazione che certe emergenze rimangono tali anche in epoche differenti. Nel mio libro, ho voluto inserire un elemento di riscatto, un soffio di speranza che va alimentato sempre, giorno per giorno”.»

La giuria era composta da Rosy Rubulotta, Gioconda Marinelli, Esther Basile, Maria Ester Mastrogiovanni, Rosy Selo e Maria Stella Rossi. Ecco la motivazione: «Il romanzo racconta con efficacia la vita sofferta di un’insegnante che affronta continue sfide in una realtà di frontiera. Tra inquietudini e passioni, lotta anche con sé stessa».

La presentazione a Napoli il 3 luglio

Sabato 3 luglio, alle 11.00, nella sala Ischia di Palazzo Reale, si presenta il romanzo “Duecento giorni di tempesta” di Simona Moraci per la Fiera Napoli Città Libro. Si tratta della terza edizione della rassegna in programma nei cortili interni di Palazzo Reale a Piazza del Plebiscito.  Per l’occasione, sono previsti i saluti dell’editore Sante Avagliano (Marlin) e la giornalista Nunzia Marciano (“Il Mattino”) dialoga con l’autrice. A sua volta, l’attrice Rosaria De Cicco, figura significativa del cinema, del teatro e della televisione italiana, leggerà alcuni brani del libro.

Il romanzo “Duecento giorni di tempesta”

Il cuore in tempesta di una prof. appassionata. Anzi, “Duecento giorni di tempesta” scolastica, amorosa, esistenziale, tra violenza e possibile riscatto. In primo piano la storia della giovane insegnante Sonia, catapultata in un quartiere a rischio di una città di mare siciliana in mano alla criminalità. Una “terra straniera” ma anche una sfida per Sonia, in fuga dal passato. La scuola è fatta da classi “esplosive”, così chiamate dai professori per il livello disturbato e disfunzionale dei comportamenti degli alunni. Da qui una narrazione incalzante che lascia spazio alla capacità da parte dei docenti di entrare in relazione con i ragazzi e anche a un complicato triangolo amoroso che coinvolge la protagonista con due suoi colleghi: Stefano e Andrea.

“Duecento giorni di tempesta”, nelle librerie e store on line, è il terzo romanzo di Simona Moraci, messinese, giornalista e insegnante, e il suo testo potrebbe pure essere oggetto di una trasposizione cinematografica: il progetto è in fase di costruzione. Dotata di una scrittura vivace e ricca di ritmo, Moraci fa immergere i lettori in un territorio nel quale le famiglie vivono situazioni difficili e l’istituzione scolastica cerca di arginare il malessere di alunni ribelli a ogni regola e disciplina. Il romanzo racconta le traversie interiori e amorose del personaggio principale e la lotta dei professori per strappare i ragazzi al degrado, in una “tempesta” romanzesca che coinvolge e fa riflettere. Il testo potrebbe pure essere oggetto di una trasposizione cinematografica: il progetto è in fase di costruzione.

«Questo romanzo nasce dalla mia esperienza maturata negli ultimi anni sulla “frontiera”, nelle scuole di quartieri a rischio. È come un universo a sé stante: tutti i sentimenti, le emozioni sono amplificati e occorre trovare un equilibrio “nuovo”.  La mia passione per la scrittura e il mio amore per l’insegnamento mi hanno spinto a raccontare di rabbia e innocenza, di pianto e risate, di questi bambini straordinari e fuori da ogni schema. In particolare, l’affetto nei confronti dei ragazzi è stato uno stimolo potente. L’amore è l’unica via per uscire dal buio», sottolinea l’autrice.  

L’autrice

Simona Moraci, nata a Messina nel 1975, giornalista professionista, dopo oltre vent’anni di carriera ha scelto di dedicarsi all’insegnamento. Ha pubblicato i romanzi “I Confini dell’anima” (1996) e “Giornalisti, e vissero per sempre precari e contenti” (2014), entrambi con Armando Siciliano Editore. Attualmente collabora con il quotidiano “La Gazzetta del Sud”, di cui è stata redattrice.

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