I Foreign Affairs dell’UE: obiettivo Africa

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L’azione dell’UE non è rivolta soltanto all’interno dei confini comunitari, ma si sviluppa anche aldilà di questi, interessando le relazioni con Paesi, organizzazioni regionali e organismi internazionali. Negli obiettivi di sviluppo comune su scala globale, uno degli interlocutori privilegiati dell’azione europea sarà il continente africano, verso cui saranno indirizzate risorse, know-how e sforzi nei prossimi anni.

È prevista per il 25 marzo la votazione in Parlamento Europeo circa le proposte della strategia UE-Africa, che vedono al centro il contrasto alla diffusione della pandemia da coronavirus, lotta al climate change e supporto allo sviluppo sostenibile.

Obiettivo formazione, lavoro e sanità

Il continente africano si contraddistingue per la popolazione più giovane del mondo, la cui qualità anagrafica contrasta con l’alto tasso di povertà, disoccupazione e difficoltà all’accesso alla formazione.

Proprio l’istruzione diventa fondamentale per il rilancio del continente, divenendo un obiettivo su cui investire, permettendo di intervenire su piaghe sociali come il lavoro minorile o sulla professionalizzazione delle risorse umane, per garantire un futuro con prospettive più solide.

In stretta correlazione al settore del lavoro, le condizioni lavorative dei dipendenti africani verrebbero tutelate con la creazione o il rafforzamento di sistemi di protezione sociale inclusivi e accelerando la transizione dall’economia informale – che costituisce l’86% dell’occupazione in Africa – a quella formale. Per essere più specifici, nell’economia informale rientrano tutte quelle professioni e attività che non sono regolamentate da apposite norme e leggi, con la conseguente assenza di specifici diritti e tutele per le categorie di lavoratori impiegati nei settori che operano in questo tipo di economia.

Altro diritto che troverà maggiori tutele grazie alla collaborazione UE-Africa è quello alla salute, con il miglioramento dei sistemi sanitari nazionali, puntando inoltre al potenziamento dell’innovazione sanitaria, la ricerca e la promozione della produzione locale di apparecchiature e medicine.

Import-Export: una bilancia da riequilibrare

Nonostante da sempre si affermi che “l’Africa è il Continente più ricco del pianeta” per via delle sue risorse naturali, la realtà dei fatti risulta del tutto diversa se si considera la debolezza delle economie del Continente. 

In effetti, l’Africa dipende per una grossa percentuale della sua economia da importazioni e donazioni umanitarie, facendo avvertire la necessità di un sistema economico sostenibile e in grado di produrre per il proprio fabbisogno interno.

Anche l’incremento del commercio intra-africano viene confermata come soluzione percorribile per permettere l’apertura dei Paesi Africani verso un’economia di libero scambio e apertura al mercato globale.

L’interesse per la tutela dei diritti umani non passa in secondo piano nelle previsioni degli europarlamentari, che evidenziano la necessità di ogni intervento di dimostrarsi in linea con il rispetto e la tutela di questi diritti, con la tutela dell’ambiente e con gli Obiettivi dell’Agenda 2030 dettata dalle Nazioni Unite.

Africa green e digital

Anche il cambiamento climatico fa avvertire i propri effetti sul Continente, dove gli eventi meteorologici estremi, innescati da questo fenomeno, nel 2019 hanno colpito 16,6 milioni di africani.

Per questo motivo anche l’Africa non può considerarsi avulsa dall’impegno per una transizione green, con la creazione di infrastrutture ecosostenibili, protezione della biodiversità, delle comunità indigene e lo sfruttamento equo e sostenibile delle materie prime.

La digitalizzazione delle attività africane sarà inoltre determinante sia nel processo educativo ma anche in quello produttivo, contribuendo al volano della crescita nei più svariati settori d’interesse dell’UE: l’agricoltura, la sanità, la trasparenza nell’attività amministrativa, e dunque nella trasformazione dei Paesi Africani verso migliori principi di democraticità e partecipazione attiva dei propri cittadini.

Migrazioni: tema caldo da gestire con responsabilità condivisa

Le migrazioni rappresentano un tema ancora spinoso per l’UE, ma per cui, già dal 2015, l’UE e i paesi africani hanno sviluppato un approccio comune, per ridurre i traffici di esseri umani e l’immigrazione clandestina, problematiche non del tutto debellate.

I deputati del Parlamento europeo hanno specificato che il nuovo partenariato UE-Africa manifesterà la propria rilevanza anche sul tema delle migrazioni, richiedendo prioritariamente il rispetto dei diritti umani dei rifugiati e dei migranti.

Il fenomeno delle migrazioni, specificano i deputati del Parlamento europeo, non dovranno essere considerati come un affaire esclusivamente europeo, ma una sfida da condividere soprattutto con i Paesi di origine dei flussi migratori che attraversano tutto il continente africano. L’assunzione di responsabilità condivise concerne la garanzia del rispetto delle procedure di asilo, la risoluzione delle cause che spingono le popolazioni a migrare e lo sviluppo di condizioni politico-economiche che permettano a lavoratori o disoccupati di ottenere opportunità per migliorare i propri standard qualitativi di vita e rimanere nel proprio Paese di origine.

Antonino Mangano

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