
Proseguono le attività della Caritas Diocesana di Messina Lipari S. Lucia del Mela nell’anno dedicato alla salute mentale. Dopo il percorso “Tutti fuori” svolto tra Barcellona, Santa Teresa Riva e Messina, per ricordare i 40 anni della Legge Basaglia, un nuovo appuntamento per riflettere su ciò che è stata la malattia mentale in Italia: la presentazione del libro “Il morso” di Simona Lo Iacono. L’incontro si è tenuto quest’oggi, 2 marzo, presso il Salone dell’Azione Cattolica di Messina. A dialogare con l’autrice Milena Romeo, intervallata dalle letture di Giovanna Farsaci. Un evento in collaborazione con il circolo letterario Il Libro del Venerdì e con la Libreria Capitolo 18 di Patti.
“Il morso”, ambientato a Palermo, racconta la storia di Lucia, ragazza di sedici anni, con una reputazione difficile da ignorare: nella sua città viene considerata una «babba», ossia una pazza. Una nomea che le è stata attribuita a causa delle sue improvvise e violente crisi convulsive, con conseguente perdita della coscienza. In questo libro, Simona Lo Iacono ci fa conoscere un personaggio storico realmente esistito: Lucia Salvo che, leggendo tra le pagine, si rivelerà essere un personaggio femminile unico, fragile e allo stesso tempo determinato e diverrà una sorta di eroina, ancora più se relazionata al contesto del suo tempo.

Padre Nino Basile, direttore della Caritas Diocesana, ha voluto sottolineare come la presentazione de “Il morso” sia “strettamente legata al percorso intrapreso partendo da Barcellona, che per noi rappresenta un luogo significativo, per la presenza dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario e per il lavoro che padre Pippo Insana svolge da tantissimi anni con la sua casa di solidarietà, e sicuramente quante Lucia, forse più al maschile, avrà incontrato padre Pippo nella sua lunga esistenza sacerdotale e nella sua opera pastorale. Abbiamo organizzato un’altra tappa a Santa Teresa, e poi abbiamo concluso con il convegno annuale, ponendo nel palinsesto La libertà di essere folli, di Fabio La Rosa: uno spettacolo che ha lasciato il segno più di ogni altra relazione che avremmo potuto ascoltare. La presentazione di stamattina si lega perfettamente al nostro percorso e – ha concluso Padre Nino – apre anche uno spiraglio verso quello che andremo a vivere come Caritas diocesane di tutta Italia, a Matera, Carità e cultura”.
L’autrice, Simona Lo Iacono, grata per l’invito ricevuto, si è detta concorde con “questa visione della carità e della cultura, che vede il libro come strumento di rivoluzione spirituale, l’unica della quale abbiamo veramente bisogno” e, facendo riferimento anche alla sua esperienza di volontariato, ha spiegato come la vocazione sia al centro di tutte le sue indagini e le sue opere. “Perché chi scrive – afferma l’autrice – non fa altro che cercare per poi offrire il frutto di questa ricerca a chi ha la bontà di leggerlo. Lucia, la protagonista, poco prima del processo davanti al tribunale della pazzia, ha scoperto, pur essendo una donna umilissima, di avere il dono della scrittura e della lettura, un dono inusuale per quei tempi, ha scoperto che scrivere le concede una libertà inimmaginabile”.
“Nel momento in cui trova la sua vocazione – spiega ancora la scrittrice – Lucia è veramente libera: tutto ciò che accadrà dopo, per quanto forte e connotato da eventi estremi, tutto sommato non riesce a scalfire questa ricerca di santità”.
L’attività creativa e quella spirituale, secondo la Lo Iacono, sono assolutamente interconnesse. L’autrice, infatti, considera “l’atto creativo per eccellenza come un atto sanante di guarigione, ma anche di relazione, quindi di santità, con gli altri e con se stessi“. E per spiegare questo tipo di rapporto, fa anche riferimento a Don Fabio Rosini, il quale a proposito della santità afferma: “santo” in realtà vuol dire “altro”, quindi si diventa santi nel momento in cui si scopre l’altro.
“Non soltanto al di fuori di noi – spiega l’autrice – ma anche l’altro che abita in noi e ci si ricongiunge al proprio seme, cioè alla propria vocazione originaria“.

“La storia che io ho voluto raccontare – prosegue la Lo Iacono – somiglia a quello che io vivo all’interno di queste strutture, dove vado in apparenza per mettere in atto la funzione rieducativa della pena, ma anche in maniera umana per verificare sulla mia pelle quanto io abbia la riprova del fatto che nulla può essere scartato, anzi al contrario – afferma allacciandosi alle Sacre Scritture – la pietra di scarto è diventata testata d’angolo”.
“A partire dal momento in cui inizia la nostra storia personale, con la nostra nascita, fino al momento in cui ci si ricongiunge con l’eternità – aggiunge la scrittrice – noi abbiamo una vocazione da scoprire e il livello della nostra libertà, ma soprattutto della nostra felicità, coincide con la scoperta della nostra vocazione e non con i luoghi in cui ci troviamo o con i fatti che ci accadono, nemmeno i peggiori e nemmeno con le persone negative che possono circondarci, nemmeno con gli eventi storici. La scoperta spirituale, la scoperta della nostra vocazione è una strada a tal punto dirompente da non temere nessun genere di antagonista esterno”.
Una missione, quella che, in un certo senso, ci trasmette l’autrice, un compito che ognuno di noi ha da portare a compimento: la scoperta della nostra vocazione. “Questi libri – conclude Simona Lo Iacono – raccontano sempre questa scoperta, o il fallimento di questa scoperta: cosa accade se questa scoperta viene portata a termine, come nel caso di Lucia, che per la società è perdente, ma per il mondo dello spirito è una vincente o cosa accade quando questa scoperta non viene portata a termine: avremo dei vincenti per la società ma dei perdenti per le regole dello spirito”.
Il Circolo Letterario Il Libro del Venerdì è un’associazione culturale nata ad Agosto 2016, ideata e fondata da un gruppo di amici di Torregrotta, con l’intento di favorire l’interesse per la lettura e la cultura in generale. Per conoscere tutte le attività del Circolo cliccate “mi piace” alla pagina Facebook Il Libro del Venerdì.