In dittico con Edgar, il 70° Festival Puccini di Torre del Lago apre il sipario il 12 luglio con il titolo
d’esordio di Giacomo Puccini, Le Willis, nell’edizione critica curata da Martin Deasy (Ricordi,
2020), scritta dal ventiseienne Giacomo, su suggerimento del suo insegnante di conservatorio
Amilcare Ponchielli e con la quale il pur giovane musicista si fece notare per la forza della scrittura
sinfonica. L’Opera fu bocciata al Concorso bandito da Sonzogno e Puccini non ammesso; ma dopo
la sua prima rappresentazione al Teatro dal Verme di Milano (31 maggio 1884) il giudizio fu unanime
nel riconoscere le qualità di questo giovane musicista.
Ho sentito dir molto bene del musicista Puccini. […] Segue le tendenze moderne, ed è naturale, ma
si mantiene attaccato alla melodia che non è moderna né antica […]”. Così dichiarava Giuseppe
Verdi.
“L’edizione critica – come si legge sul sito di Ricordi – ricostruisce la versione in un atto, che si
distingue, sia strutturalmente, sia esteticamente, dalla revisione in due atti, presentando significative
differenze nell’orchestrazione e peculiarità nella scrittura vocale. Il curatore si è basato
principalmente sui due autografi esistenti: per i primi sei numeri, su quello conservato all’Archivio
Storico Ricordi, reimpiegato poi da Puccini per la composizione di Villi; per il numero finale, sulle
pagine staccate per far posto alla nuova versione, oggi conservate alla Morgan Library & Museum di
New York […]”. Una volta acquisito il titolo, infatti, Giulio Ricordi aveva richiesto a Puccini e
Fontana di trasformare la composizione da “Leggenda in un atto” a “Opera ballo in due atti” e
italianizzare il titolo in “Le Villi”.
Di nuovo in scena a Torre del Lago – l’ultima volta fu qui rappresentato nel 2019 – la nuova
produzione di Le Willis vede regia, scene e costumi firmati da Pier Luigi Pizzi mentre il podio di
Torre del Lago accoglie per la prima volta Massimo Zanetti, tra i più affermati direttori d’orchestra
della sua generazione, che nella sua lunga carriera internazionale ha diretto nei più importanti Teatri
d’opera del mondo, oltre ad essere stato direttore musicale della Flemish Opera e della Gyeonggi
Philharmon Orchestra a Seoul.La storia è tratta da leggende nordiche in cui spietate creature
ultramondane vendicano le anime delle fanciulle morte per amore. Le Willis seducono i giovani per
trascinarli con loro nelle profondità del mare: vittima di questa furia vendicatrice è l’infedele Roberto
(interpretato da Vincenzo Costanzo) che, cercando la sua amata Anna (interpretata da Lidia
Fridman) morta di dolore per essere stata da lui abbandonata, viene trascinato ed ucciso durante la
Tregenda; questa diabolica danza verrà coreografata da Gheorghe Iancu, storico partner di Carla
Fracci che il pubblico ha conosciuto e ammirato, apprezzando così anche la scuola di balletto della
Romania, dalla quale proviene. Premiato due volte con Il premio Positano, due volte con Il premio
Danza & Danza per le coreografie di Riccardo III e Donne, nell’anno 2002 è stato insignito del titolo
di Cavaliere della Repubblica per meriti artistici dal suo paese natale, la Romania. Significativa la
sua collaborazione con il regista Pier Luigi Pizzi, per il quale ha realizzato le coreografie di Macbeth,
Il combattimento di Tancredi e Clorinda, Aida, Thaïs, La Gioconda, Death in Venice e molte altre,
più volte rappresentate nei maggiori teatri italiani con grandi interpreti quali Roberto Bolle e Letizia
Giuliani. Nel ruolo del padre di Anna, Guglielmo Gulf, troviamo Pietro Spagnoli al suo al Festival
di Torre del Lago.
