«Il film è ambientato in un “futuro prossimo” che immaginava alcune tendenze nella società che erano già evidenti nel 1997». A parlare è Joe Dante, il regista de “La seconda guerra civile americana” film del 1997 che ancora oggi ispira discussioni e dibattiti su problemi mai risolti.
«Nel corso degli anni – spiega Joe Dante intervistato da Silvia Bizio per Repubblica all’indomani dell’assalto del Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump – quasi ogni situazione ritratta nel film è accaduta o potrebbe accadere. E la maggior parte di questi eccessi sono stati determinati da personaggi che avevano una loro agenda in mente e hanno dunque costruito disinformazione creando equivoci dai risultati apocalittici. In quel senso il mio film non è molto invecchiato, anzi, oggi mi sembra più rilevante che mai».
“La seconda guerra civile americana” è una serie televisiva satirica sulla società e sul sistema politico statunitense di fronte al problema dell’immigrazione e dell’integrazione delle minoranze etniche. Il film fu trasmesso in America in tv da Hbo. Vi si racconta in chiave cinica e grottesca lo scaturire e l’evolversi di una immaginaria seconda guerra di secessione americana, provocata da una crisi molto mal gestita tra lo stato dell’Idaho e il governo degli Stati Uniti.
Lo stesso Joe Dante indica un’altra pellicola che, secondo lui è ancora più simile alla realtà de “La seconda guerra civile americana”. Si tratta di “Un volto nella folla” di Elia Kazan , del 1957. La storia di un cantante folk sociopatico malato di fama che usa la televisione per guadagnare potere imbrogliando tutti.