“La vita è bella”, film premio Oscar che debuttò nelle sale cinematografiche di tutta Italia nel 1997, racconta in maniera originale il dramma dell’Olocausto, con una non scontata comicità, tipica di Roberto Benigni, che ha saputo ispirare il sorriso anche nel racconto di una delle più crudeli tappe della storia dell’umanità
“La vita è bella”: capolavoro intramontabile
Il film, diretto e interpretato da Roberto Benigni, racconta, come ben sappiamo, la storia di Guido Orefice, uomo ebreo che viene deportato insieme alla sua famiglia in un lager nazista. Guido (Benigni), per proteggere il figlio dagli orrori dell’Olocausto, gli fa credere che tutto ciò che vedono sia parte di un gioco in cui, dopo aver superato una serie di prove, si potrà vincere un fantastico premio finale.
E se, persino in una situazione come quella dell’Olocausto, Roberto Benigni è riuscito a mostrarci un lato bello della vita, anche noi, quest’anno più che mai, abbiamo bisogno di credere che la vita è sempre bella, che vale la pena lottare, lavorare sodo, spendersi per i propri affetti più cari ma anche per chi ne ha più bisogno anche se non lo conosciamo, nonostante il Covid, nonostante tutto.
QuiMediaset ricorda alcuni aspetti particolari della pellicola:
- Il titolo richiama a frasi di autori altisonanti come Primo Levi e Lev Trotsky, in realtà inizialmente la scelta fu casuale e voluta dagli sceneggiatori e da Benigni per indicare l’instancabile e imperturbabile voglia del protagonista di cercare sempre e comunque la felicità.
- Ha ricevuto sette nomination agli Oscar per poi aggiudicarsene tre: miglior attore protagonista, migliore colonna sonora e miglior film straniero.
- Le musiche sono state affidate al maestro Nicola Piovani.
- È il film italiano che ha incassato di più al mondo (229 milioni di dollari) e anche il più visto al primo passaggio (16 milioni di spettatori)
- Non è più il film italiano con l’incasso maggiore di sempre dal 2011 quando è stato superato da “Che bella giornata” di Checco Zalone.