Il cinema indipendente e partecipativo va in onda online

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Mentre le grandi piattaforme online si fanno la guerra nel web a chi offre di più, puntando più sulla quantità che sulla qualità, esistono realtà distributive che si impegnano a dare spazio al cinema libero, indipendente e sociale.

L’associazione ZaLab è una di queste realtà . Da anni impegnata in un processo di produzione, distribuzione e promozione di documentari sociali e progetti culturali, propone adesso, la visione di 4 film documentari che trattano argomenti di strettissima attualità.
L’associazione, costituita da un collettivo di sei filmmakers e operatori sociali (Michele Aiello, Matteo Calore, Davide Crudetti, Stefano Collizzolli, Andrea Segre, Sara Zavarise) si pone l’obiettivo di produrre e diffondere un cinema, una televisione, e una diffusione via web, veramente nuovi, che nascono dal processo partecipativo di raccolta ed elaborazione collettiva di micro-racconti video del quotidiano da parte di occhi non accreditati, ciò che in ambito anglosassone è chiamato “Participatory Video”.

Ed è proprio seguendo questi principi che dal 15 ottobre al 15 dicembre, sulla piattaforma partecipa.zalab.org sarà possibile visionare 4 film di cinema documentario d’autore e internazionale del catalogo ZaLab. Con 10 euro ogni 2 mesi, oltre ad avere accesso alla visione dei film, sarà possibile anche condividere opinioni e proposte, entrando così a far parte di uno dei progetti di cinema partecipativo più interessanti d’Italia.

I primi quattro filmDove Bisogna StareIsis TomorrowI Sogni del lago Salato e Fuori Classe saranno disponibili in streaming dal 15 ottobre al 15 Dicembre.

DOVE BISOGNA STARE 

di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli.

Sinossi

Georgia, ventiseienne, faceva la segretaria. Un giorno stava andando a comprarsi le scarpe; ha trovato di fronte alla stazione della sua città, Como, un accampamento improvvisato con un centinaio di migranti: era la frontiera svizzera che si era chiusa. Ha pensato di fermarsi a dare una mano. Poi ha pensato di spendere una settimana delle sue ferie per dare una mano un po’ più sostanziosa. E’ ancora lì.

Lorena, una psicoterapeuta in pensione a Pordenone; Elena, che lavora a Bussoleno e vive ad Oulx, fra i monti dell’alta Valsusa, e Jessica, studentessa a Cosenza, sono persone molto diverse; sono di età differenti, e vengono da mondi differenti. A tutte però è successo quello che è successo a Georgia: si sono trovate di fronte, concretamente, una situazione di marginalità, di esclusione, di caos, e non si sono voltate dall’altra parte. Sono rimaste lì, dove sentivano che bisognava stare.

ISIS, TOMORROW | The Lost Souls of Mosul

di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi

Sinossi

Sarà in grado l’Iraq di accettare i figli dell’Isis come propri figli, di perdonare le loro madri, di riconciliare le anime del paese?

Nell’ideologia dell’Isis i bambini sono l’arma più efficace per portare nel futuro l’idea di un grande Califfato universale: eredi di un unico obiettivo, creare un mondo diviso a metà, da un lato gli jihadisti e dall’altro lato gli infedeli da sterminare. I lunghi mesi della guerra, vengono ripercorsi attraverso le voci dei figli dei miliziani addestrati al combattimento e a diventare kamikaze, fino a seguire i loro destini nella complessità del dopoguerra, un dopoguerra di vedove bambine e ragazzi marginalizzati, in cui il sangue della battaglia lascia spazio alle vendette e alle ritorsioni quotidiane, alla violenza come sola risposta alla violenza.L’autore

I SOGNI DEL LAGO SALATO

di Andrea Segre

Sinossi

Il Kazakistan oggi vive l’euforia dello sviluppo che l’Italia non ricorda nemmeno più.

Eppure la sua crescita è legata a doppio filo con l’economia italiana. La crescita dell’economia kazaka, pari al 6% annuo (un tasso che l’Italia ha avuto solo negli anni ‘60), è basata in gran parte sull’estrazione di petrolio e gas. L’ENI ha un ruolo chiave nella gestione dei giacimenti kazaki e molti sono gli italiani che lavorano in Kazakistan, in particolare nelle regioni intorno al Mar Caspio, dove è stato girato questo film.

Le immagini delle grandi steppe euroasiatiche, degli spazi infiniti e ordinati delle terre post- sovietiche si intrecciano nel film e nella mente dell’autore con le immagini dell’Italia anni ‘60, trovate sia negli archivi ENI che in quelli personali girati dalla madre e dal padre di Andrea Segre, che negli anni ’60, ventenni, hanno vissuto l’euforia della crescita.

Viaggiando tra Aktau e Astana, tra le steppe petrolifere a ridosso del Mar Caspio e l’iper-modernità della neo capitale, il film si ferma ad ascoltare le vite e i sogni di vecchi contadini o pastori e di giovani donne le cui vite sono rivoluzionate dall’impatto delle multinazionali del petrolio nell’economia kazaka. I loro racconti dialogano a distanza con quella di uomini e donne italiane che cinquant’anni fa vissero simili emozioni e speranze.

FUORICLASSE

di Stefano Collizzolli e Michele Aiello

Sinossi

Una piccola scuola elementare in mattoni rossi, in una borgata in mattoni rossi: Montecucco, Roma. Inizia la primavera. In quarta A nasce Freccia Azzurra, una radio bambina.
Viaggiando fuori dalla classe sulle onde radio, i giovani autori radiofonici si incontrano con loro coetanei di tutta Italia ed ascoltano i loro racconti.

E si raccontano di una scuola fantastica.
In un paese fra i boschi dell’Appennino toscano, una terza ed una quarta inseguono lupi per sentieri nebbiosi: quest’animale irriducibilmente selvatico mette più paura o fascino? Le asine nella Rho dell’Expo sono più rassicuranti; ma, se sono ospiti nel cortile della scuola, possono riservare sorprese… Anche nel rione Ascarelli di Napoli i corridoi scolastici ospitano un animale: un immenso e strepitoso cavallo rosso di cartapesta, Marco Cavallo. Il viaggio prosegue a sud, a Craco Peschiera, nella campagna materana, la terra dei calanchi, i bambini della “Padre Pio” indagano sulla storia del proprio paese abbandonato a causa di una frana che segna tutte le generazioni. Infine a Padova, nella scuola “Arcobaleno”, ci si appropria dell’Antigone di Sofocle, per ri-raccontarla in piazza, ad adulti stupiti.

Sebiano Chillemi

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