
Si temeva una seconda ondata di Covid-19, un autunno di contagi, e puntualmente quanto previsto si è avverato. Non si è più impreparati ma lo sforzo per il tracciamento resta e, per questo motivo, il Governo insiste sulla necessità che i cittadini scarichino Immuni.
Al momento del suo debutto, Immuni ha diviso: c’è chi ha gridato allo scandalo per la violazione della privacy e chi ne vedeva l’importanza, nonostante qualche difetto. Come se ci fossero app perfette. Per qualche motivo, ignoto alle leggi della ragione, sembra più facile scaricare ed avere sul proprio smartphone app come Facebook e TikTok, dove la geolocalizzazione e il tracciamento sono previsti, piuttosto che un’app che serve per garantire la tutela di tutti. Con Immuni, la persona che viene avvertita dalla app di un possibile contagio può isolarsi per evitare di contagiare gli altri.
Per spingere i cittadini a scaricarla, e aiutare così a contenere i contagi e tutelare la salute di tutti (contagiati e non), il Governo ha promosso dallo scorso 5 ottobre una campagna a favore di Immuni. «In questa fase della pandemia in cui è fondamentale mantenere alti i livelli di prevenzione del contagio, un grande aiuto ci arriva dall’app Immuni che permette di rintracciare e segnalare eventuali contatti con persone positive al Covid-19» affermano fonti vicine al Governo, e questo richiamo a una maggiore sensibilizzazione ha trovato l’appoggio di ANSA, ANCI e Tiscali, per citare alcuni “grandi” che hanno aderito.
Ma cosa fa Immuni? Perché scaricarla?
Dopo quasi 8 mesi in cui il Covid-19 domina la scena, argomento principe di tutte le conversazioni (anche i negazionisti ne parlano), c’è voglia di tornare alla normalità, Immuni è uno dei mezzi per arrivare. A cosa? A non uscire con le mascherine, a non dover igienizzarsi le mani ogni 5 minuti (che poi col freddo un passatempo non è), a poter abbracciare e salutare con affetto e sorrisi le persone che incontriamo per strada, a poter invitare amici e parenti a casa per una pizza o un film senza il problema chi ha frequentato chi (che se anche non lo si dice ad alta voce, alzi la mano chi non l’ha pensato nemmeno una volta), a poter scegliere di uscire o restare a casa, senza chiedersi se si verrà contagiati o meno.
Su questo slancio, dopo 8 mesi di questa privazione di libero pensiero (perché è il Covid la gabbia, non chi salva la vita), in una noiosa domenica pomeriggio ho scaricato l’app sul mio smartphone, ho indicato la mia regione, la mia città, di non essere positiva, ho accettato di ricevere notifiche in caso di un allerta a me vicina. Una notifica che salva la vita è davvero più fastidiosa dell’ennesimo like all’ultima foto tutta filtri postata?
