Il vero salto di qualità sarebbe l’azione sulla parte di cittadini che non siano già politicamente schierati, ma che brancolano nell’indifferenza o nell’inconsapevolezza di ciò che avviene nel Bel Paese
Il 25 gennaio è il giorno prescelto per officiare la “cerimonia di chiusura” della prima Staffetta della Sardina in Sicilia, che ha portato in giro per l’isola il movimento delle Sardine che continua a promuovere eventi di aggregazione in piazza per ribadire concetti e lanciare messaggi contro l’odio e le forze populiste italiane.
Durante la data prescelta, nelle rispettive piazze dei nove capoluoghi siciliani saranno organizzati dei flash mob in contemporanea alle ore 18.00. Al centro dell’intervento ci saranno i temi relativi alle infrastrutture siciliane, quello dell’emigrazione siciliana – punto in comune con la campagna di Si Resti Arrinesci – oltre a tutte quelle tematiche che sono saltate all’attenzione dei comitati organizzatori durante il viaggio in lungo e in largo per le province siciliane.
Per la provincia di Messina, il luogo selezionato è stato Milazzo, in via Giacomo Medici, dove si ripeteranno le stesse dinamiche che contraddistinguono le piazze delle Sardine: musica, letture ad alta voce, condivisione di punti di vista con interventi dal pubblico e, ancora una volta, un attacco diretto alla Lega di Salvini, dato il riferimento esplicito all’hashtag #LaSiciliaNonSiLega, per rispondere all’ingresso in vari consigli comunali e all’Ars del partito salviniano.
Il comitato promotore invita gli interessati che volessero partecipare all’iniziativa a munirsi del seguente materiale: “un prototipo di valigia realizzata con il cartone; una poesia stampata da scambiare in piazza; creatività, allegria, voglia di partecipare e di stare insieme; qualora piovesse, un bell’ombrello, possibilmente colorato”.
Da una prima analisi del manifesto dell’iniziativa, i problemi atavici della Sicilia ritornano ad essere messi in primo piano anche nel contesto delle Sardine e, così come era stato sottolineato nell’articolo sulla campagna Si Resti Arrinesci, sono stati numerosi, nella storia delle iniziative siciliane, i movimenti di protesta che battono e ribattono, come la lingua sul dente che duole, sui temi sentiti dalla collettività isolana.
Ancora una volta però, la discriminante che sembra indebolire la posizione delle Sardine, è l’assenza di una pianificazione, di una progettualità concreta che dia altrettanto solide risposte ai simpatizzanti e ai cittadini più scettici, ormai disincantati riguardo promesse elettorali e sfiduciati dalla debolezza di queste manifestazioni con i loro slogan e simboli.
A distanza di mesi, il movimento delle Sardine cresce e Mattia Santori (leader delle Sardine), nelle televisioni nazionali si dice soddisfatto di essere partito da Bologna con poche migliaia di persone, per poi esservi ritornati con le Sardine che contavano numeri superiori alla decina di migliaia.
Le felicitazioni e i complimenti sono sicuramente d’obbligo per l’iniziativa che miete sempre maggiore consenso nella popolazione italiana, ma a distanza di mesi nulla di veramente decisivo è stato messo a segno, se non il controbilanciamento ad una forza politica di minoranza (la Lega) – come già detto nell’articolo di analisi sulle Sardine -, nonostante una parziale ulteriore diffusione in Sicilia.
Sebbene le piazze si animino di antirazzismo, antipopulismo e democrazia, valori fondamentali da ribadire, non sembra si riesca a creare ancora quel clima di dialogo che possa sostenere un salto di qualità del senso critico di partecipanti e non partecipanti che potrebbero essere raggiunti dalla comunicazione delle Sardine.
In effetti, così come vissuto dal sottoscritto a Messina, la Piazza era animata di buone intenzioni e di fiera lotta al fascismo e al razzismo, ma il dialogo sembrava unilaterale, perché la manifestazione era riuscita ad aggregare solo coloro che già si rispecchiavano nelle idee propugnate dalle Sardine – idee che a Messina ricadono nella sfera dei nostalgici del socialismo/comunismo o che sono affini a quelli di una vecchia e idealizzata Sinistra -, creando involontariamente una Piazza indubbiamente aperta a tutti, ma da cui molti si sono voluti escludere.
Il vero salto di qualità sarebbe l’azione sulla parte di cittadini che non siano già politicamente schierati, ma che brancolano nell’indifferenza o nell’inconsapevolezza di ciò che avviene nel Bel Paese.
In questa zona grigia di indecisi, indifferenti, inconsapevoli, si annida la vera Italia, quella che cerca semplicemente di “tirare a campare” e che si sente lontana e abbandonata da una politica ormai sorda ai veri bisogni e ai veri interessi dei suoi cittadini.
Stimolare l’interesse all’aggregazione, scalfire l’armatura di indifferenza e senso di non-appartenenza di quella fascia di popolazione dovrebbe essere il vero obiettivo e la sfida veramente titanica che questi movimenti dovrebbero proporsi e che, potremmo temere, potrebbero limitarsi solo a raccogliere il consenso di coloro che hanno sempre creduto in una certa idea politica e che si lasciano e si ritrovano in sempre nuovi e ridondanti movimenti presunti “rivoluzionari”.
Ad ogni modo, per coloro che fossero interessati a parteciparvi, l’appuntamento di giorno 25 gennaio alle ore 18.00 coinvolgerà le seguenti piazze siciliane:
- Milazzo (Messina) – via Giacomo Medici
- Catania – piazza Vincenzo Bellini (p.zza Teatro Massimo)
- Siracusa – piazza Archimede
- Modica (Ragusa) – piazza Principe di Napoli
- Delia (Caltanissetta) – piazza del Carmelo
- Enna – via Mercato Sant’Antonio (quartiere a Chiazza)
- Agrigento – piazza Cavour
- Trapani – Palazzo Cavarretta inizio Corso Vittorio Emanuele
- Palermo – piazza Sant’Anna