Per uno strano scherzo del destino, Flavio Bucci è morto proprio mentre nelle sale cinematografiche è in programmazione “Volevo Nascondermi”, il nuovo film di Giorgio Diritti dedicato al pittore Antonio Ligabue
Fu proprio la fiction dedicata al geniale pittore naif che, (insieme al ruolo di don Bastiano nel Marchese del Grillo) ha fatto conoscere al grande pubblico il volto di Flavio Bucci.

Formatosi professionalmente presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino, fu chiamato al cinema da Elio Petri, che lo volle dapprima nel film La classe operaia va in paradiso (1971), e successivamente, come protagonista de La proprietà non è più un furto (1973). Attore, doppiatore e produttore cinematografico, Bucci nacque a Torino nel 1947 da padre molisano e madre pugliese. Dopo gli esordi con Elio Petri, partecipò ad oltre 50 film, lavorando, tra gli altri, anche con Dario Argento (Suspiria) e con Gabriele Salvatores (Sogno di una notte di mezza estate). Nel 2008 interpretò la parte di Franco Evangelisti nel film Il divo di Paolo Sorrentino (Premio della Giuria al Festival di Cannes 2008).
In un vecchio articolo del Messaggero si racconta di come Giulio Andreotti voleva sempre che fosse Bucci a recitare le poesie che componeva il presidente democristiano: «Una volta andammo da Giovanni Paolo II, e io chiesi a un operatore di cinema di riprendere quell’incontro. Quello forse pensava di essere sul set di un film, perché a un certo punto gridò, riferendosi alla tunica del Papa: Santità! Ma il bianco spara! Ecco, questa è l’essenza del cinema».