In “Picciridda” il dolore salvifico dell’emigrazione

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Ognuno di noi ha una guerra dalla quale fuggire, un passato da dimenticare, un futuro nel quale sperare. Per un siciliano, guardare il film di Paolo Licata tratto dal romanzo di Catena Fiorello, è come guardarsi allo specchio.

In un periodo storico in cui il fenomeno della migrazione torna prepotentemente protagonista delle cronache quotidiane, la visione di questo film potrebbe aiutare a capire alcune cose che probabilmente molti fingono di non capire. Lasciare la propria terra è sempre doloroso, sia per chi parte sia per chi resta. Ma spesso è un dolore necessario, inevitabile.

Un dolore che salva da altri dolori più grandi. La picciridda Lucia (Marta Castiglia) soffre a causa dell’emigrazione dei propri genitori che vanno via senza di lei. I genitori di Lucia soffrono perché devono separarsi da lei. Nel vedere quelle strazianti scene girate a Favignana è inevitabile pensare a quanto sta succedendo in questi anni su quelle stesse coste siciliane. I porti che prima erano punti di partenza, oggi sono diventati punti di approdo. Disperati erano quelli che partivano nel secolo scorso, disperati sono quelli che arrivano oggi.

Chi sostiene che l’emigrazione economica sia un privilegio, non sa di cosa parla. Aspettare mesi solo per sentirsi al telefono. Vivere con l’illusione di rivedersi per Natale. Odiare i propri genitori quando scrivono che invece, a Natale, non si sarebbero visti. Sopportare la convivenza con una nonna severissima e rigidissima. Donna Maria (Lucia Sardo) “matriarca” la cui rudezza si scoprirà essere conseguenza di una terribile e inconfessabile ferita, tenuta segreta per tutta la vita. Quella di Picciridda non è solo una storia di emigrazione. L’emigrazione è solo uno strumento, uno dei tanti, che i protagonisti utilizzano per sopravvivere. Spesso, troppo spesso, le apparenze ingannano . Dietro ad un’apparente bontà possono nascondersi mostri, mentre dietro ad apparenti mostri spesso si nascondono i cuori più generosi.

Consentiteci un piccolo gesto di vanità, dicendovi che fummo tra i primi a tifare per questo film. La storia di Picciridda arriva dritta al cuore, come ha detto Oliver Stone dopo averlo visto al Taormina Film Fest. E non sarà un caso se il film sta registrando il tutto esaurito ad ogni sua proiezione. Proprio come è successo lo scorso 19 Agosto ad Alì Terme, all’Arena del Cinema Vittoria in una gradevolissima serata presso il cortile dell’Istituto Maria Ausiliatrice. Una serata che ha visto la partecipazione dell’attrice Loredana Marino (che, oltre ad interpretare il ruolo di Zia Franca è anche autrice di due delle canzoni presenti nella colonna sonora del film composta da Pericle Odierna) il video messaggio di Katia Greco e, a sorpresa, anche la presenza, tra il pubblico, di Catena Fiorello, che a fine serata ha salutato la platea. La proiezione fa parte di una serie di iniziative a sostegno di una raccolta fondi per Angelica Abate, la giovane ragazza che dovrà sostenere un delicatissimo intervento al cervello. “Sono qui anche per sostenere la battaglia di Angelica. Ho conosciuto la sua storia per caso, leggendo un posto di suo padre su Facebook, e sono rimasta molto colpita. Aiutiamo questa ragazza”, ha esordito la scrittrice, continuando il proprio intervento in modo del tutto informale. In fondo giocava in casa, lei che ha vissuto per anni nella vicina Letojanni. “Questo film è un piccolo grande miracolo. Nonostante le numerose difficoltà iniziali, dovute alla chiusura delle sale cinematografiche a seguito dell’emergenza Covid, Picciridda questa estate sta girando tutta l’Italia e presto verrà proiettato nei cinema di tutto il mondo” – ha annunciato la Fiorello – “E, credetemi, non è qualcosa che succede spesso ad un film italiano. Un successo tanto sorprendente quanto meritato, grazie alla bravura di Paolo Licata e delle attrici e degli attori protagonisti del film”.

Un successo che è anche merito della storia scritta da Catena Fiorello, aggiunge una spettatrice intervenuta alla fine del film. Ha l’accento nordico, questa spettatrice, ma le sue radici sono in Sicilia. Emigrata anche lei tanti anni fa, ma rimasta sempre con i piedi nella sabbia della sua Sicilia, proprio come la picciridda Lucia.

Catena Fiorello ad Alì Terme il 19 agosto 2020

Sebiano Chillemi

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