Eurovision Song Contest 2022 in Italia, perché si svolgerà a PalaOlimpico di Torino?

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L’ Italia si era aggiudicata il diritto di organizzare l’Eurovision Song Contest 2022, dopo che i Maneskin hanno regalato al proprio Paese la vittoria con la canzone «Zitti e Buoni» al Contest scorso. La Grand Final si svolgerà al PalaOlimpico (Pala Alpitour) di Torino, una delle arene indoor più grandi d’ Italia, sabato 14 maggio con le Semifinali il 10 e 12 maggio

Eurovision 2022: a Torino il logo della candidatura proiettato sulla Mole Antonelliana

We say Ciao to Torino, così sul sito dell’Eurovision Song Contest si è sciolta nei giorni la riserva e si è data l’ ufficialità al nome che tutti si aspettavano per la città che ospiterà il 66° Eurovision Song Contest. Torino, PalaOlimpico, dal 10 al 14 maggio 2022: questa la scelta finale dopo che 17 città si erano candidate, 11 avevano presentato il dossier e in 5 avevano passato la scrematura dell’ Ebu (European Broadcastibng Union) e cioè Bologna, Bologna, Rimini, Milano e Pesaro.

«Grazie alla bellezza di Torino – spiega la sindaca uscente, Chiara Appendino – ospiteremo l’Eurovision, l’ evento più importante al mondo dal punto di vista musicale». Lo scorso anno sono state 200 milioni le persone che lo hanno seguito. Arriveranno in città 40 delegazioni, che si fermeranno per 14 giorni circa. Si dovranno bloccare duemila camere di hotel. E già nell’arco di poche ore dall’ufficializzazione gli hotel e alberghi di Torino hanno visto riempersi i siti di prenotazioni: a sera erano opzionate oltre il 90 per cento delle camere. 

Cosa ha offerto in più la città piemontese? La sindaca Chiara Appendino era stata una delle prime a inviare la candidatura della città, forte anche del supporto della Regione, mettendo a disposizione fondi che andrebbero a sfiorare i 7 milioni di Euro. «La Regione ne investe due – spiega il presidente della Regione, Alberto Cirio -, con la certezza che sarà una occasione di promozione straordinaria per il nostro territorio e per un comparto, quello della cultura, della musica e dello spettacolo, colpito duramente. L’Eurovision a Torino dimostra che abbiamo invertito una tendenza. Non è più una città che perde eventi, ma li attrae». E c’è chi calcola in cento milioni le ricadute per il territorio. 

Si è trattato di un percorso non improvvisato. Già nel 2019 una delegazione Rai si trasferì in Israele, non solo per seguire il live della trasmissione, ma per chiudere gli accordi con l’EBU in caso di vittoria che, con un Mahmood fortissimo grazie alla sua Soldi, sembrava a portata di mano. Già a quel tempo il Comune di Torino aveva predisposto parte del contributo coinvolgendo la Regione Piemonte e altri enti. L’ aeroporto, l’ alta velocità, la relativa vicinanza a Francia, Spagna, Svizzera e Austria per non dire della storia Rai che proprio da Torino ha mosso i primi passi, fanno della città la culla perfetta.

Proprio la Rai, intanto, dovrà affrontare anche il nodo della conduzione, due sul palco e due dietro le quinte per raccontare il backstage. Tra i nomi più accreditati quello di Alessandro Cattelan ma guadagna punti anche Mika, nome internazionale, naturalizzato britannico dunque con padronanza della lingua inglese. Condizione basilare, che ha spinto Milly Carlucci, notoriamente bilingue, a porre la sua candidatura. Si cerca, comunque, una figura femminile che abbia appeal. Come Laura Pausini, ma la corrente più spericolata suggerisce di osare con Ema Stokholma, conduttrice radio e tv nota tra i giovanissimi. Tra i nomi ci sarebbe persino Chiara Ferragni. Un colpaccio da milioni di followers incollati al video.

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