Il 16 settembre 2020 il Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha tenuto il suo Discorso sullo stato dell’Unione (SOTEU) dinanzi al Parlamento Europeo.
Il SOTEU ha posto l’accento sia su questioni di politica interna europea che sulla politica estera comunitaria, uno snodo centrale per la rappresentanza europea sullo scacchiere delle relazioni internazionali.

Von der Leyen ha delineato quelli che sono alcuni degli interventi cruciali del Next Generation EU, ovvero un complesso di programmi volti al potenziamento del sistema sanitario europeo (sarà previsto un summit in Italia), della solidarietà tra gli Stati membri, dell’assorbimento della disoccupazione e maggiori tutele per i lavoratori (tra cui la previsione di un salario minimo europeo), del contrasto al climate change e della transizione verde (connessa al Green Deal europeo), senza dimenticare il processo di digitalizzazione delle attività produttive, con investimenti nelle nuove tecnologie, tra cui il 5G. Aspetti fondamentali hanno riguardato gli obiettivi di resilienza europea contro crisi pandemiche ed economiche, la tutela dei diritti umani connessi alla digitalizzazione e alle sfide che le azioni per il futuro potrebbero fare manifestare.

Allargando lo spettro di analisi circa i diritti umani Von der Leyen ha sottolineato la vicinanza dell’UE ai diritti sia delle categorie LGBTQI sia dei migranti, così come delle altre minoranze all’interno dell’UE. Nell’alveo della discussione sul fenomeno migratorio è stata evidenziata la presa di posizione del Presidente circa la distinzione tra coloro che hanno diritto di restare in Europa e coloro che non lo hanno. Nelle parole di Von der Leyen è trasparsa la volontà di contrastare lo human smuggling (trad. contrabbando di esseri umani) e la creazione di corridoi legali di migrazione, per garantire condizioni migliori per il raggiungimento del continente europeo e la possibilità di ottenere opportunità professionali, migliori condizioni di sicurezza personale, il rispetto dei diritti fondamentali. Oltre a questo, si è fatta menzione di un superamento del Trattato di Dublino, con una migliore distribuzione del numero di migranti tra i Paesi dell’UE.
La visione della politica estera si è focalizzata sui rapporti con i Paesi africani e asiatici, per quanto attiene ai processi di cooperazione internazionale, per poi considerare in modo specifico i rapporti con la Cina, gli USA (nel contesto degli accordi NATO), la condanna alla politica bielorussa e i rapporti con la Turchia. Quest’ultimo, che rappresenta un tema caldo nell’attualità geopolitica del Mediterraneo orientale, è stato affrontato da Von der Leyen con una forza particolare, sottolineando l’appartenenza di Cipro e della Grecia (NdA: i Paesi maggiormente esposti all’aggressività turca) al consesso dei Paesi UE, quasi un modo indiretto per affermare che l’Europa sosterrebbe i suoi due membri nel caso di inasprimenti nelle relazioni diplomatiche con il governo di Ankara. Nonostante ciò, Von der Leyen ha tenuto a sottolineare la collaborazione che permarrà con la Turchia, sollecitando il Paese a rapporti di leale cooperazione, così come sta avvenendo per gestire il fenomeno delle migrazioni.

La visione della Presidente Von der Leyen è chiara e ha dimostrato una incredibile forza di volontà nel sostenere il superamento delle attuali divisioni interne all’UE. Per quanto permanga il rispetto nei confronti delle identità dei diversi contesti nazionali, la Presidente ha voluto spronare gli Stati membri a prendere coscienza di quelle che sono le sfide della nostra contemporaneità: il Next Generation EU rappresenta un set di programmi funzionali alla promozione del progresso, della stabilità economica, della sostenibilità e dell’autosufficienza europea, perseguendo obiettivi di prosperità comune, che possono trovare una ricaduta efficace sulle esperienze di tutti i Paesi solo coltivando un senso di vera solidarietà europea, che non si tradurranno solo in benefici per gli interessi nazionali o per le istituzioni di Bruxelles, ma soprattutto per i popoli europei.