Immigrazione: da Dublino a Malta e nuove frontiere umanitarie

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In questi anni di paventata emergenza “immigrazione” in Italia, punto caldo su cui si sono costruite anche delle campagne elettorali, il Regolamento di Dublino (Regolamento UE n. 604/2013) è stato il documento dell’Unione Europea più criticato e per cui si volevano proporre alternative.

Da pochi giorni, a La Valletta, un summit di alcuni dei Paesi membri UE si è incontrato per discutere circa nuovi regolamenti per apportare modifiche alla lettera del Regolamento di Dublino.

Presenti all’incontro i Ministri degli Interni italiano Luciana Lamorgese, maltese Michael Farrugia, tedesco Horst Seehofer, francese Christophe Castaner e finlandese Maria Ohisalo. Alla Finlandia, Paese che attualmente detiene la Presidenza nel Parlamento Europeo, si è aggiunto Dimitris Avramopoulos, Commissario UE per gli Affari Interni.

Alla base delle dichiarazioni rilasciate dal consesso c’è la decisione di attuare una rotazione nell’accoglienza dei migranti. Non sarà più il Paese di approdo a dover sostenere spese amministrative e d’accoglienza dei migranti, ma questo si limiterà al solo sbarco e al primo soccorso, per poi ricollocare i migranti nei Paesi che aderiranno a un possibile nuovo patto. Ulteriori spese, come quelle per gli eventuali provvedimenti di rimpatrio, saranno a carico dei Paesi in cui i migranti saranno ricollocati.

Quanto rilevato dal summit maltese rimane ancora un programma da sviluppare e da ratificare, dunque non tutto è ancora deciso in via definitiva.

Secondo quanto dichiarato da Lamorgese, la lotta all’immigrazione clandestina continuerà e, per permettere la messa in sicurezza dei migranti dalla loro partenza dalle coste maghrebine all’Europa, si ipotizza la creazione di un corridoio umanitario. Una stretta anche sulle ONG, che saranno costrette a conformarsi alle normative vigenti del Paese a cui appartengono le acque di transito, per non ostacolare le operazioni delle guardie costiere dei rispettivi Paesi.

Luciana Lamorgese, Ministro degli Interni italiano

Se l’accordo venisse ratificato dai cinque Paesi UE che si sono incontrati a Malta, si potrebbe trovare un riscontro favorevole all’interno del Parlamento Europeo, permettendo un allentamento della pressione sull’Italia in termini di obblighi di gestione dei flussi migratori. Questo permetterebbe di vedere finalmente un’Europa unita e solidale, con un’equa ripartizione degli oneri di soccorso e accoglienza.

Probabilmente il nuovo accordo potrebbe anche far venire meno la distinzione in categorie dei migranti, abbandonando la nozione di “migrante economico” e “rifugiato politico”, permettendo a tutti gli individui in transito verso l’Europa di trovare speranza e una vita migliore.

Antonino Mangano

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