In precedenti articoli abbiamo parlato di come il “tempo del COVID19” non abbia fermato del tutto il fervore culturale, che si erge a baluardo contro le sensazioni negative, la solitudine e l’indolenza che possono caratterizzare il periodo di quarantena forzata. Oltre alle donazioni di libri e riviste e alle innumerevoli possibilità di fruire di contenuti video multimediali, altre opportunità di condivisione di esperienze di buon vicinato e di aggregazione “alternativa” dai balconi si sono configurate in varie parti d’Italia.
Un esempio è la cittadina di Villafranca Tirrena in cui una coppia di giovani volenterosi, Davide Saporita e Monica Mancuso, hanno aderito al flash mob promosso a livello nazionale che consiste nel trasmettere musica o suonare sul balcone, per animare la quarantena dei vicini (e anche la propria).
Approda così nel contesto della cittadina tirrenica il movimento Affacciati alla finestra Villafranca mia, che a oggi conta numerosi iscritti sul gruppo facebook dedicato ed espandendosi a Pagina sullo stesso social network negli ultimi giorni. Le attività si svolgono comodamente dal proprio balcone di casa, con la musica che arriva “a domicilio”. Persino il Comune ha voluto aderire all’iniziativa, trasmettendo dagli altoparlanti il brano che fa da tema musicale del giorno, con appuntamento alle 18.00.
La musica assume un valore di cura contro l’isolamento forzato e il proliferare di tragiche notizie quotidianamente divulgate dai media. Oltre a ribadirlo, Davide e Monica hanno voluto aggiungere che «la musica non è un fattore soltanto terapeutico, perché rappresenta anche un canale importante per esprimere emozioni. Questi appuntamenti non sono momenti per fare festa, però possono essere mezzi per intrattenere, o incanalare e lenire la tristezza». Infatti sottolineano che «la musica è un linguaggio a tutti gli effetti, dimostrando varie sfaccettature con cui si manifesta. E in più, in quanto linguaggio, aiuta a condividere spazi, tempi, a creare un legame tra le persone».
L’esperienza maturata dai due è un chiaro esempio di un’Italia che non vuole farsi fermare dal coronavirus, e che anzi si fa culla di esperienze forse pionieristiche di un nuovo modo di creare occasioni di aggregazione e diffusione dell’arte, che riesce a sfidare il virus e il lockdown italico.
Non si sa quali saranno gli sviluppi del movimento villafranchese, una volta che l’emergenza COVID19 sarà rientrata, quel che è certo è che l’importanza rivestita da questa esperienza non si limita solo all’aspetto culturale, ma interessa e stupisce per il suo valore umano.