Aveva 96 anni. Giornalista, scrittrice e traduttrice, fu tra le fondatrici de Il Manifesto. Mente libera e indipendente, come solo chi è schierato sa essere. Figura di riferimento per il mondo politico e culturale. Partecipò giovanissima alla Resistenza in qualità di partigiana.

Criticò da subito il socialismo reale dell’Unione Sovietica, così come i legami quasi ombelicali di questi con il Partito Comunista Italiano. Critiche dalle quali nacque la necessità di fondare Il Manifesto, assieme a Luigi Pintor, Valentino Parlato e Lucio Magri, contribuendo alla nascita anche una distinta corrente critica recante il medesimo nome all’interno del firmamento politico del PCI. Con lei se ne va una delle voci più autorevoli del secolo scorso.
Il comunismo ha sbagliato, ma non era sbagliato
Rossana Rossanda
Non ho trovato il comunismo in casa, questo è certo. E neanche la politica. E poi dell’infanzia non ricordo quasi niente, e poco dei primi sette anni nei quali – secondo Marina Cvetaeva – tutto sarebbe già compiuto. Non ho nostalgie di un’età felice né risentimenti per lacrime versate nella notte. Dev’essere stata un’infanzia comune, affettuosa, un’anticamera, una crisalide dalla quale avevo fretta di uscire per svolazzare a mo’ di farfalla. Tutti mi sembravano farfalle tranne i bambini.
Dal libro “La ragazza del secolo scorso“