Non tutti gli influencers sono uguali: ad una rapida e superficiale occhiata sui social, è facile pensare che sia un mondo di sponsorizzate e numero. Ma dietro la patina dei filtri, alle volte si nasconde molto di più. Scavando oltre la superficie si trova di più, qualche volta. E’ successo con Mary Di Giacinto.
Se siete fan DI @MERUZZAFASHIONLOVER su Instagram non servono altre presentazioni, per chi se la fosse persa, una breve bio: influencer ante litteram che non vuole assolutamente omologarsi agli altri, non vuole vendervi nulla, ne tanto meno far credere di avere un a vita perfetta.
Non ama le stories ma i video, e per qualcuno (vedi alla voce figlie) non usa bene la fotocamera per realizzare i suoi contenuti. Ma è proprio il fatto che Mary non cerchi la perfezione a farla piacere al suo pubblico. 10.000 followers al momento della stesura di questo articolo, ma se parlate co lei ne conosce, molti sono diventati amici nella vita fuori social, perché è questo il segreto di Mary: non vuole like ma conoscere persone vere nella vita reale.
Mi accoglie all’interno di casa sua, un mondo tutto rosa che potrebbe essere scambiato per uno store Disney, visti i numerosi oggetti a tema cartoon in giro per casa. Ma è solo apparenza: tutto questo rosa è solo la patina di una forza uniche.
D:Influencer anche se credi di non esserlo, una che su Instagram ha i numeri anche se pensi di non averne abbastanza, però sei un personaggio, riconosciuto e riconoscibile, non soltanto nella tua città. Proviamo a raccontarti a chi non ti conosce ancora e si sta perdendo questa magica bolla Disney, tutta rosa, che magari regala un momento di allegria. Quindi… chi è Meruzzafashionlover?
R: Mary, che in realtà si chiama Maria Rosaria, ora farò ridere tutti perché non lo sa quasi nessuno ( neanche l’intevistatrice!), per via di mia mamma: era napoletana e a Napoli tutti si chiamano Rosaria! Sono nata a Pescara, con origini napoletane e vivo in Sicilia… un mix letale! Spesso nel mio profilo pubblico i viaggi che faccio e si capisce quanto io sia legata a Napoli e Pescara.
Per rispondere al tuo incipit, non direi che sono una influenzare, ma consiglio, influenzo qualche acquisto, le persone si fidano del mio consiglio e poi magari comprano anche loro. Se proprio devo dire che sono un’influenzer, non lo sono nel senso classico del termine, quello che dico non è legge, sono e resto umile. Per me la semplicità vale di più, spesso mi dicono che non rispondono ai canoni di un’influenzer, non faccio foto e video perfetti, preferisco comunicare con le parole. Le mie didascalie raccontano il mio mood, cerco di condividere un attimo della mia giornata sperando che le persone mi rispondono alla domanda che ho posto. Non mi piace un discorso a senso unico.
D: Condividi un pezzo di te, ma in realtà lo fai perché ti piace relazionarti agli altri, non per acquisire solo followers.
R: Mi piace condividere e parlare con chi è già un mio followers; se poi qualcuno di nuovo viene incuriosito da ciò che posto/scrivo e interagisce, e diventa anche un amico, sono ancora più contenta.
D: Hai detto amiche…
R: per me non sono seguaci, sono amiche, almeno la maggior parte di loro, perché quasi con tutte quante ci sentiamo anche al di fuori di Instagram, ho creato con loro un rapporto vero, umano, non soltanto telefonico o social
D: Questo è come lo hai costruito, invece sono curiosa di sapere: come hai cominciato? Generalmente chi entra sui social ha un obiettivo in mente che vuole raggiungere, anche se pochi lo dicono.
R: Per me tutto è cominciato nel 2009, con Facebook. Mi ha spinta la curiosità ritrovare i vecchi compagni, però presto ho cominciato a seguire altro, come i trend. Dopo un anno circa, ho creato una pagina, “La Moda Ke Ossessione”. Condividevo i miei outfit del sabato sera per lo più, abiti e accessori molti semplici, alla portata di tutti: descrivevo il mio look nei dettagli, ogni singolo brand. In questo modo chiunque leggeva poteva prendere spunto dal mio outfit per un’occasione simile. All’inizio erano 10 persone a seguirmi, ma poi su Facebook hanno cominciato a comparire le pagine delle “influenzer”, anche loro non avevano chissà che numeri, era l’inizio!
D: Chi ti era di ispirazione?
R: Elvira Reggio, Chiara Ferragni con The Blonde Salad, e Veronica Ferraro, erano quelle che avevano numeri sempre più grandi.
D: Cosa è accaduto dopo?
R: Ho cominciato a seguire altre persone, e ricondividevo i loro look, alcune mi scrivevano in privato chiedendomi di pubblicare i loro outfit. Non tutte erano influenzer, ma gente normale, come e e te. Condividevo anche look da Gossip Girl, erano la serie top del momento: creavo I set con Polyvore, mettevo tutto, abiti, accessori, e li ricondividevo. Ho continuato così, sono arrivata ad avere anche 50.000 followers, tanto che avevo creato un blog ma era più complicato da seguire. Tutto fino al 2012, quando è arrivato Instagram, ma lo usavo in maniera molto semplice, non c’era tutto il business che c’è adesso.
D: Come era il tuo rapporto con Instagram?
R: All’inizio avevo 200 followers, pubblicavo foto di scarsa qualità, foto molto casalinghe. Sai quanto ami i macarons, no? Ecco pubblicavo quello, la torta, nulla di che. Poi si sono create dei profili business, delle community, e io ho cominciato a postare foto di ciò che acquistavo.
D: Che rapporto hai con la moda? Ti lasci influenzare da quello che vedi?
R: Si, mi lascio influenzare, amo molto i colori, mi piace abbinare abiti e accessori, cercare i mix perfetti. Non metto molto in mostra me, perché al momento non mi piaccio particolarmente, però mi piace “vestire gli altri”, faccio la personal shopper per le mie amiche! E’ una passione che porto avanti e Instagram mi aiuta tanto
D: Parliamo della tua community. Ci si sente fra amiche sulla tua pagina, non solo un numero fra i tanti. Hai creato un rapporto speciale con chi ti segue, è facile identificarsi con te, la tua vita. Come descriveresti la tua community? Come te la sei costruita?
R: Per rispondere alla tua prima domanda, principalmente sono donne, mamme, poi ci sono anche giovanissime, perché posto molto sul mondo Disney, che adoro: casa mia ne è la prova. Ecco, ho un pubblico mirato in base agli hashtag: Disney, Pandora… a seconda di ciò che pubblico, ho diversi tipi di persone che mi seguono, che si ritrovano in un’unica grande categoria: donne, mamme, persone semplici, che nella loro quotidianità trovano punti di contatto con altre persone all’interno del mio profilo. Ci si sente parte di qualcosa. Penso che piaccia come parlo, come mi approccio.
D: Sono cambiate le tue followers? Tu sei cambiata, dall’inizio a ora, ti raccontavi in maniera diversa?
R: Mi racconto sempre allo stesso modo, zero filtri, tanta spontaneità, pubblico cose reali. L’unica cosa che è cambiata è che da tre anni ormai posto solo foto mie, non ricondivido immagini o video di altri. Questo ha fatto si che le mie followers vedessero più me, come sono io. Non amo copiare, quello che posto può essere ispirato a qualcosa, ma è sempre frutto della mia creatività. Questa mia unicità piace.
D: Ad una ragazza, magari dell’età della tua figlia maggiore, che si vuole approcciare a questo mondo per tentare una carriera da creato, cosa consiglieresti?
R: Consiglierei di non usare filtri, di essere la più vera possibile, perché nel momento in cui incontri persone che ti hanno conosciuto su un social in un modo e si sono fatti un’idea di te, quando scoprono che non sei quella persona, ti abbandonano. Essere finti non ripaga. A me è successo di incontrare donne nella mia città che mi seguono su Instagram ed erano contente di vedere che ero la stessa persona. Si può essere finti fino ad un certo punto, anche sui social.
D: Storie o live? Chi ti segue sa che tu non ami fare tante storie, però le tue storie tengono incollate allo schermo
R: Perché faccio ridere! Scherzi a parte, racconto anche episodi più seri, come quando qualcuno ha frainteso le mie parole e so che dall’altra parte c’è qualcuno che mi capisce e mi consola. Non mi piace pubblicare più di otto frame per volta, perché io stessa quando seguo qualcuno non riesco a seguire più di u 4 frame, salto, passo ad un’altro profilo. Se devo ascoltare qualcuno parlare, preferisco YouTube. Le mie stories fanno ridere perché lascio tutto, anche gli epici fails.
D: Vero! Però ci sono anche momenti iconici, quelli in cui persona e personaggio coincidono. Penso per esempio al Natale. Chi si è mai perso un tuo calendario dell’Avvento? Io non ne compro, mi basta guardare i tuoi su Instagram
R: Sai che le mie amiche quando non vedevano la storia all’orario usuale in cui aprivo il calendario mi mandavano messaggi chiedendomi se fosse successo qualcosa? Lol! A me piace quella magia, quell’atmosfera festosa, e dalle storie traspare il mio entusiasmo. Può succedere di tutto durante l’apertura del giorno
D: Questa è la parte gioiosa, però non ti è mai successo di pensare “adesso basta, non ho abbastanza ritorno” o magari pensare di omologarti agli altri?
R: Sarò sincera: si, ci ho pensato più volte, ho anche scaricato applicazioni per modificare foto, ma l’editing non mi piace, preferisco pubblicare l’attimo, se piace bene, altrimenti ci sono altri profili da guardare. Uniformarmi agli altri? No, grazie, preferisco essere me stessa. La tentazione c’è stata, dopo 10 anni, perché vedevo che la situazione non cambiava, tutto era fermo, per un paio di settimane non ho neanche pubblicato nulla, mi sono allontanata, ho ricominciato mentre ero in vacanza, e c’è stato un aumento progressivo. La cosa che mi ha fatto piacere era che erano persone che interagivano, non era un follow sterile.
D: Un digital detox che ha portato risultati…
R: Si, secondo me serve, anche perché staccando puoi ricaricarti e se ti ricarichi ti vengono in mente un sacco di idee. A me piace molto scrivere, non pubblicherei mai una foto senza una caption che non comunichi. Poi, ho smesso di pubblicare tutti i giorni, mentre prima lo facevo sempre, qualsiasi cavolata: mi dici chi sta li tutti i giorni a leggere quello che scrivi e a rispondere? Ho pensato di pubblicare meno e dare tempo modo agli altri di leggere e rispondere.
D: Hai cominciato con la moda, e per tua stessa ammissione, serie tv, app e influecer erano tue fonti di ispirazione. Adesso che proponi il tuo stile, segui la “tua” moda, come ti orienti con i trend?
R: Seguo i marchi che mi piacciono: Terranova, Stradivarius, H&M, Zara, Shein, sono marchi a cui tutti possono accedere. Essendo madre di due figlie, di cui un’adolescente, non posso eccedere troppo, cerco di mixare. Per i trend, se una cosa di Zara, per esempio, vende tanto e arriva su Shein, vuol dire che sarà sicuramente di tendenza, e da li io prendo spunto. Amo mixare i colori, mi lascio ispirare dalle palette: penso a pantalone verde e blazer fucsia, però li interpreto a modo io, rispettando la mia fisicità. Purtroppo non tutti i marchi hanno linee curve
D: E’ difficile essere alla moda se non hai la taglia che la moda vuole…
R: Fino a qualche mese fa si, poi complici i vari lockdown, dove sono cambiate abitudini e stili di vita, gli addetti ai lavori hanno capito che anche chi non ha una taglia 42 si deve vestire, e hanno dato spazio a taglie più comode. Di questo sono contenta, perché le ragazzine di oggi seguono molto le influenzer, e cicciotte non ce ne sono: portano tutte la taglia 40/42, nessuna porta la 46, chi porta una taglia più grande magari lo fa per ragioni di altezza. Però è giusto che tutti abbiano la possibilità di esprimere la propria personalità tramite ciò che indossano.
D: Ti è mai capitato di vivere episodi di body shaming sui social?
R: Mai! E sono stupita perché ho pubblicato foto di me in costume, in cui si vedono le mie morbidezze, eppure no, non mi è mai successo, ne messaggi pubblici o privati
D: Una community priva di haters la tua. Praticamente un unicorno
R: Sono contenta, mi ritengo molto fortunata per questo.
D: Spostandoci dai social, quali nuovi progetti ci sono in programma? Qualche nuova avvenutura?
R: Al momento non ho altri progetti, solo qualche collaborazione a breve. Non pubblico in continuazione, difficile quindi programmare un lavoro sulle collaborazioni o sponsorizzate. Pubblico cose diversi da quello che c’è in giro, purtroppo Instagram è diventato un target, se non pubblichi determinate cose, l’algoritmo non ti aiuta. Bisogna omologarsi, e a me non piace, io cambio sempre. Sul personale, spero di fare qualche viaggio questa estate, viaggiando sicuramente creerò nuovi contenuti. Vi porto in giro con me!