In attesa della prossima diretta Facebook del sindaco di Messina, prevista per stasera alle 19.00, ripercorriamo per voi le ultime vicende legate all’emergenza COVID-19, connesse all’ordinanza annunciata da Cateno De Luca e anche all’ultimo decreto ministeriale emanato nella serata di ieri dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Dopo l’annuncio dell’OMS, che ha considerato la diffusione del COVID-19 a livello di pandemia, il sindaco di Messina Cateno De Luca, preso atto anche dei comportamenti contrari alla responsabilità che hanno manifestato alcuni cittadini dello Stretto, ha provveduto a emanare un’ordinanza sindacale con entrata in vigore alle ore 21,00 di giorno 13 marzo.
L’atto di forza è stato trasmesso in diretta Facebook e televisiva dei canali locali. L’annuncio delle disposizioni di De Luca ha anticipato di poco le comunicazioni del premier Giuseppe Conte, con il suo DCPM del 11 marzo 2020, in cui si inaspriscono le contromisure per arginare il diffondersi del CoronaVirus. Tuttavia, il sindaco dello Stretto ha differito l’efficacia del suo provvedimento a un momento successivo, così da non entrare in conflitto con le disposizioni ministeriali. Così facendo, il gioco del sindaco potrebbe essere stato quello di mostrare lungimiranza e attaccamento alla salute dei suoi concittadini e alla sua responsabilità di sindaco, ma allo stesso tempo ha tentato di non prevaricare le competenze ministeriali, riservandosi comunque la possibilità di ritrattare le sue posizioni fino a un ordine da parte di organi superiori.
Nella sua lunga conferenza, De Luca ha rimarcato il suo impegno preso in conformità all’articolo 50 comma 5 del TUEL, approvato con Decreto Legislativo n. 267 del 18/08/2000, in cui si afferma che “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Le medesime ordinanze sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale, in relazione all’urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, anche intervenendo in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche.”
Tuttavia, alla fine del disposto di legge si rimarca anche che “Negli altri casi l’adozione dei provvedimenti d’urgenza ivi compresa la costituzione di centri e organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o alle regioni in ragione della dimensione dell’emergenza e dell’eventuale interessamento di più ambiti territoriali regionali”, come avviene in questo specifico caso, dove l’estensione del problema riguarda l’intero territorio nazionale.
Rispetto alle disposizioni ministeriali, i provvedimenti del sindaco De Luca sarebbero molto più restrittivi dato che precluderebbero la continuazione di attività che non riguardano l’approvvigionamento alimentare o i casi di necessità sanitarie. Una stretta particolare si ravvisa anche sui medici specialistici e gli studi privati, dato che solo i medici di famiglia e pediatri sarebbero stati fatti salvi dalle restrizioni. Solo nei casi di conclamata necessità, gli studi specialistici avrebbero potuto aprire per sopperire a bisogni immediati sanitari dei propri pazienti.
La chiusura forzata avrebbe colpito anche attività che sono state concesse dal DPCM del 11 marzo (edicole; distributori automatici; commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto per corrispondenza, radio, telefono; Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato per televisione; Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia; Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici; Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico ecc.), e solo alcune delle attività proibite, così come per le strutture sanitarie, sarebbero state riaperte solo in caso di comprovata necessità.
Messina, dunque, sarebbe risultata ancora più blindata rispetto ad altre zone italiane perché, secondo quanto affermato da De Luca nella sua diretta e nel documento presentato giorno 11 marzo, “Preso atto che il sistema sanitario siciliano, ed in particolare quello messinese, non sarebbe strutturalmente in grado di far fronte a situazioni simili a quelle già registrate nei territori del Nord Italia già delimitati con la zona rossa”. De Luca avrebbe fatto appello ai poteri conferiti al sindaco durante uno stato di emergenza – e in quanto responsabile territoriale delle attività di Protezione Civile sul proprio territorio di competenza – per poter fronteggiare l’emergenza tenendo conto delle particolari condizioni del contesto messinese.
Secondo gli ultimi sviluppi, il sindaco De Luca è stato costretto a fare un passo indietro, dopo la comunicazione giunta dal Viminale che riterrebbe inefficace il provvedimento adottato dal sindaco.
La spaccatura, che aveva diviso l’opinione pubblica tra detrattori e sostenitori di questo pugno duro deluchiano, ha trovato una soluzione nella decisione del Viminale che fa conformare Messina alle misure applicate in tutta Italia.
Se uno degli obiettivi di De Luca era quello di porre l’attenzione sulle effettive difficoltà del sistema sanitario siciliano – e messinese in particolare – approfittando della situazione emergenziale in atto, le prese di posizione ‘istrioniche’ del primo cittadino messinese avranno comunque potuto giocare un ruolo determinante in questa occasione.
Inoltre, non si può non riconoscere la capacità di De Luca di creare e utilizzare ogni occasione che gli si presenta per perorare cause di annose problematiche locali.
Intanto, per conoscere i prossimi risvolti della vicenda, non resta che attendere l’appuntamento di stasera, con il sindaco De Luca che, come promesso nella conferenza di ieri, alle 19.00 trasmetterà una nuova diretta Facebook per aggiornare i cittadini su misure, risultati e strategie in atto nel Comune peloritano, alla luce dell’intervento del Viminale.
AGGIORNAMENTO DEL 13 MARZO
Nella diretta Facebook del 12 marzo, il sindaco De Luca ha espresso i suoi dubbi sul DPCM e ne chiede ulteriori chiarimenti tramite un documento in cui vengono esposte le motivazioni dell’amministrazione messinese, a seguito dello stop che era stato imposto all’ordinanza sindacale da parte del Viminale. Il sindaco peloritano ha “rincarato la dose”, invitando al confronto il Prefetto di Messina, in modo tale da discutere circa l’ “eventuale revoca della contestazione all’ordinanza sindacale” [dell’11 marzo e con efficacia a decorrere dalle 21.00 del 13 marzo].
Il sindaco ha concluso la diretta invitando il Prefetto a dare una celere comunicazione al riguardo, fissando l’ultimatum a prima delle 19.00 del 13 marzo, dato che a quell’ora vi sarà l’ennesima diretta di aggiornamento da parte di De Luca.
Con un messaggio mattutino, il sindaco ha confermato di aver preso contatti con il Prefetto di Messina, e che alle 19.00 del 13 marzo darà comunicazione alla cittadinanza circa l’implementazione o il ritiro della sua ordinanza, continuando comunque a consigliare ai messinesi la massima cautela e la permanenza nelle loro case.
AGGIORNAMENTO DEL 13 MARZO (serale)
Con la nuova diretta Facebook, il sindaco De Luca ha confermato l’entrata in vigore dei suoi provvedimenti, che da uno (ordinanza sindacale numero 60), passeranno a tre.
Il sindaco ha sottolineato che i tre documenti serviranno a rendere più fruibili le nozioni in esse contenute, e che entreranno in vigore in attesa di una risposta da parte della Prefettura, circa le richieste di chiarimenti che erano state inviate da De Luca il giorno prima.
La prima ordinanza riguarderà l’apertura a orario differenziato di diverse attività (dalle 9.00 alle 15.00 per le attività non alimentari, e dalle 7.00 alle 17.00 per gli esercizi commerciali alimentari), la sanificazione dei luoghi pubblici, e passo indietro sull’ordine di stare a casa.
La seconda ordinanza riguarderà il regime di orari che sarà imposto ai servizi dell’ATM, con una decurtazione delle corse pari a circa il 50%, e che si articolerà su una fascia oraria dalle 6.00 alle 21.00 per i bus e dalle 6.30 alle 20.00 per il tram.
La terza ordinanza prevede invece l’impegno della MessinaServizi per le già enunciate operazioni di sanificazione con tre cicli da tre giorni.