
Che Massimo Bottura fosse uno chef diverso dagli altri, era abbastanza chiaro: nessuno show, poca mondanità, tantissima attenzione a ciò che mette nel piatto e a chi lo serve. Niente a che vedere con gli chef da copertina a cui la televisione ha abituati gli ultimi anni.
Amato all’estero, e degno portabandiera della cucina italiana in tutte le guide, Chef Bottura aggiunge ora un ulteriore riconoscimento alla sua già più che lunga lista dei premi: è diventato Goodwill Ambassador per le Nazioni Unite in occasione della Prima Giornata internazionale della consapevolezza della perdita e dello spreco alimentare. Per i fan dello chef forse non è una sorpresa, per gli altri basti sapere non è nuovo alle opere sociali. Nel giugno 2015, Bottura ha aperto il Refettorio Ambrosiano a Milano, luogo dove offre oltre 25.000 pasti gratuiti alle persone povere; il successo è stato tale che Bottura ne ha aperto una sede a Parigi. Nel 2016 ha avviato in collaborazione con la moglie Lara “Food for Soul”, associazione che combatte lo spreco alimentare e che si propone come valido sostegno per l’apertura di mense per l più poveri, sul territorio nazionale e all’estero.
Un’opera intensa e costante, l’altra faccia di una medaglia che non toglie nulla, ma anzi ispira e crea.
Non sorprende quindi questa nomina di Goodwill Ambassador. La motivazione fornita dall’Unep ( UN Environment Programme UN Environment Programme – programma delle Nazione Unite per l’ambiente) sottolinea e celebra il ruolo attivo di Bottura come “come imprenditore sociale per il suo impegno per la lotta contro lo spreco di cibo e l’isolamento sociale”.
Una dichiarazione che sembra riprendere il “mantra” dello chef da molti anni a questa parte: “è ora di restituire tutto quello che abbiamo ottenuto”.