Il LunEdìtoriale: promuoviamo cultura contro il virus dell’ignoranza dilagante

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Il concetto della paura è un concetto difficile da spiegare. Nei tanti editoriali pubblicati, più volte abbiamo fatto riferimento al sentimento di preoccupazione legato alla pandemia. Però, oggi, di fronte a tante situazioni rimbalzate sui social, è d’obbligo una riflessione sulla paura. La paura dell’IGNORANZA.

Gruppi di persone, incuranti delle regole e, peggio ancora, incuranti del pericolo per la salute propria e altrui, che bivaccano in montagna o anche nella passeggiata al mare, o nella piazza della città. Fantomatiche ‘showgirl’ elette a tale ruolo dal popolo più ingenuo e ignorante dei social che diventano persone di successo con migliaia di followers. Gente che nega l’esistenza di un virus che in soggetti già compromessi (lo ribadisco compromessi non inutili) può causare la morte.

Ci sono seri problemi in Italia. Abbiamo un problema che ha a che fare con la comprensione dei fatti e delle idee. Stiamo subendo un’involuzione dell’intelligenza che mi fa paura. Ecco, questo fa paura.

Come è potuto accadere che l’essere umano si riducesse a questo grave stato di ignoranza e superficialità? Non doveva, forse, la tecnologia farci acquisire degli strumenti in più? Non dovremmo essere ‘migliori’?

C’è gente che lavora bardata, non solo con mascherine, ma schermata da una serie di misure di protezione invalidanti, pesanti da sostenere, gente che rischia ogni giorno la vita per noi, per salvarci. C’è gente che si spezza in due per portare a casa un po’ di pane e non sopporto questo ammasso parassitario senza sostanza che prolifera sui social. Gente senza un vero motivo per essere ‘famosa’, ‘seguita’, ‘chiacchierata’. Per questo, a dire il vero, mi arrabbio con i giornali stessi che, costretti dalle logiche ‘perclick’, pubblicano contenuti su tali soggetti.

Della serie, come recita un detto siciliano: “Anche le pulci hanno la tosse“.

Cosa possiamo fare per salvarci da questo virus che si chiama IGNORANZA? La prima soluzione che mi viene in mente è legata al concetto di cultura, in un momento difficile, in cui siamo stremati psicologicamente e in cui soprattutto i nostri piccoli uomini e donne di domani hanno bisogno di noi. Non di un cellulare, non di TikTok, ma hanno bisogno di noi che possiamo trasmettere cultura, sapere, che possiamo leggere un libro o guardare un film con loro.

Non lasciamoci annientare dall’inerzia di un mondo senza conoscenza. Perché se non sarà il coronavirus a colpirci, da questo letale virus dell’ignoranza non potremo salvarci.

Antonella Trifirò

Giornalista pubblicista, appassionata di lettura e scrittura in tutte le forme. Scrivere per vivere e raccontare.

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