Era il 22 novembre 2011. A Saponara le strade divennero fiumi di fango, case scomparse sotto i detriti, strade inaccessibili. La furia dell’acqua travolse tre corpi nella frazione di Scarcelli: Luca Vinci, il ragazzino di 10 anni, Giuseppe e Luigi Valla, padre e figlio di 55 e 25 anni
Ma anche la frazione di Santo Pietro, i comuni di Rometta e Villafranca Tirrena contarono ingenti danni dopo il nubifragio che nove anni fa si abbatté sulla costa tirrenica messinese. La gente nei giorni seguenti cercò di recuperare quel che poteva: risparmi, affetti, vestiti. Circa 350 furono gli sfollati dei centri colpiti dall’alluvione. I segni di quella disgrazia rimangono vivi negli occhi di chi l’ha vissuta in prima persona.
Rimboccate subito le maniche, la solidarietà e gli aiuti giunsero da tutta Italia. ”Qui sono arrivati tantissimi volontari, tanto e’ vero che purtroppo qualche mass media che vende aria, pero’, ha gettato realmente il fango che fa male sul lavoro delle persone, e ha detto che c’era una pala ogni 10 persone, in realta’ c’erano cosi’ tanti volontari che non si poteva mai prevedere un intervento cosi’ massiccio della mia popolazione, della gente dei comuni limitrofi, e proveniente un po’ da tutta la Sicilia, da parte della Calabria. Stamattina ho accolto io un gruppo della Toscana, credo che in questo momento abbiamo oltre mille persone a lavoro”, disse Nicola Venuto, all’epoca sindaco di Saponara.
In quest’anno 2020, segnato dall’emergenza mondiale dell’epidemia di Coronavirus, il ricordo può apparire sbiadito, lontano. No, non è così. Chi abita quei luoghi sa che è impossibile dimenticare quelle giornate e le tre vite spezzate. Le tante testimonianze di quei momenti tornano alla mente. E’ quanto mai doveroso dare, ridare, voce a chi ha visto sfaldarsi in una sola notte le proprie certezze. “Inondati” nel luogo più intimo che è la propria casa. Nove anni sono lunghi eppure sembra solo ieri…





