«Il 12 agosto 1943 un reparto tedesco entrava a Castiglione di Sicilia tra le sette e le otto del mattino.[…] di colpo i tedeschi si disposero a ventaglio intorno all’automezzo e cominciarono a sparare. Due, tre minuti di fuoco: e prima che gli abitanti di Castiglione si rendessero conto di quel che stava accadendo, sedici persone erano già morte, altre ferite.»

Era il 1965 quando Leonardo Sciascia con il racconto “I tedeschi in Sicilia” (Il fuoco nel mare, Adelphi) ricostruiva l’eccidio nazista di Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania. Una strage rimasta senza colpevoli e per molto tempo dimenticata. Complice, probabilmente, anche la poca attenzione delle istituzioni governative del tempo: nessuno ha mai chiesto né l’estradizione né la punizione dei responsabili. Solo nel 2002 , l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì alla cittadina siciliana la medaglia al valor civile. Anche per questo caso – per citare ancora Sciascia – è valsa l’inveterata regola che quel che accade in Sicilia è cosa d’altro pianeta. Quella di Castiglione di Sicilia fu una delle prime stragi naziste in territorio italiano avvenuta prima dell’armistizio dell’8 settembre 1943, mentre i tedeschi erano ancora alleati degli italiani.
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