Immaginando la quarantena di Giacinto Mazzatella, quando è difficile sperare in tempi migliori

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Chissà come avrebbe commentato Ettore Scola queste giornate particolari di quarantena che milioni di italiani stanno trascorrendo “in ambienti angusti e in piccoli spazi”. Magari avrebbe potuto realizzare una versione aggiornata di “Brutti, sporchi e cattivi” ambientata ai tempi del #CoronaVirus

Amo ambientare le mie storie in ambienti angusti, in piccoli spazi. Non faccio film d’azione e stare in un ambiente chiuso mi permette di stare più addosso ai miei personaggi e a quello che pensano.

Ettore Scola
Ettore Scola e Nino Manfredi sul set di Brutti,sporchi e cattivi

Provate a immaginare la quarantena della famiglia Mazzatella. Ve li immaginate i familiari del vecchio guercio orbo e ubriacone Giacinto Mazzatella condividere post con hastag #iorestoacasa, o #ioleggoacasa, o #andratuttobene? Venti persone pronte a scannarsi tra loro rinchiuse “per decreto” in una baracca. Riuscite a immaginare il signor Giacinto Mazzatella trascorrere le giornate in casa a leggere un libro? O i suoi figli disegnare gli striscioni con gli arcobaleni di “andrà tutto bene?”.

Nino Manfredi nei panni di Giacinto Mazzatella

Brutti, sporchi e cattivi resta per me il suo capolavoro assoluto, forse il meno capito, ma che esprime di più questo concetto. C’era amore anche nel raccontare queste persone così bestiali, che in fondo lo erano non per colpa loro. Guardando Parasite l’altra sera ho pensato che in qualche modo potesse essere un Brutti, sporchi e cattivi coreano. 

Paola Scola, figlia di Ettore

Per fortuna, non tutti hanno in casa un Giacinto Mazzatella che tratta i propri familiari come bestie. Ma non è difficile immaginare che ancora oggi possano esserci italiani che vivono in abitazioni simili a quelle dei Mazzatella. Secondo i dati Istat sono almeno 53 mila le persone che abitano nei cosiddetti «alloggi di altro tipo», diversi dalle case. Cantine, roulotte, automobili e soprattutto baracche. Basti pensare ai terremotati che vivono ancora nei container o alle baraccopoli di Messina. Per conoscere le storie di questi cittadini invisibili (e italianissimi) vi consigliamo di guardare il documentario «Baraccopolis» di Sergio Ramazzotti e Andrea Monzani.

Nelle baraccopoli di oggi vivono anche quei migranti sfruttati (sopratutto per i lavori nei campi) di cui in questi giorni tanto si parla. Uomini, donne e bambini che, ora più che mai, fanno fatica a sperare in tempi migliori.

La scomparsa della speranza di tempi migliori

[…] In questo Brutti, sporchi e cattivi si direbbe che Ettore Scola abbia voluto riprendere certi schemi del neorealismo. Ma non è così. Lo stile di Scola è diverso da quello di un De Sica almeno quanto i suoi poveri sono diversi da quelli del regista di Ladri di biciclette. Cosa è successo per provocare questa diversità fondamentale? C’è stato quello che Pier Paolo Pasolini chiamava il cambiamento antropologico del consumismo; e che noi, più modestamente, definiremmo la scomparsa della speranza di tempi migliori. A questi tempi migliori, non crede non soltanto Mazzatella, che infatti si comporta come in una specie di negativa eternità: ma neppure il regista il cui sguardo è sempre alla ricerca di un effetto che colpisca piuttosto che di un tratto che commuova […]

Alberto Moravia, L’ Espresso 10 /11/1975

Passare le proprie giornate chiusi in case ampie e luminose, non è la stessa cosa che passarle in case piccole, buie e con i tetti di amianto. Continuare a lavorare da casa, è sicuramente meno faticoso che rimanere a casa da licenziato, o da cassintegrato.

Quando si andava a vedere Ladri di bicicletta, la perdita del lavoro di quell’imbianchino, finiva per appartenermi, appassionarmi e coinvolgermi. Anche se appartenevo a un’altra classe sociale, diventava una cosa mia

Ettore Scola, da un’intervista a Roberto Cotroneo del 2007

Difficile immaginare che un disoccupato, costretto a trascorrere 24 ore su 24 rinchiuso in pochi metri quadrati con altre 4 o 5 persone, abbia la serenità necessaria per leggere un libro o guardare un film. Probabilmente non avrà nemmeno voglia di mettersi a cantare nei balconi.

Per chi ce l’ha, un balcone.

Oggi c’è un trionfo dell’irrazionalità. Non abbiamo gli strumenti per capire i nuovi Brutti, sporchi e cattivi. Io credo che la colpa sia proprio nostra: dei cineasti, dei giornalisti, degli scrittori, dei poeti, degli intellettuali, che nel passato hanno svolto un ruolo di mediazione, riuscendo a far capire quella che possiamo chiamare la diversità. E poi oggi non c’è più amore per questo paese. Se tu non ami il tuo paese, non ami più nulla, e difendi solo i tuoi interessi.

Ettore Scola, da un’intervista a Roberto Cotroneo del 2007

Sebiano Chillemi

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One thought on “Immaginando la quarantena di Giacinto Mazzatella, quando è difficile sperare in tempi migliori

  1. E il pranzo di battesimo a base di maccheroni al topicida? Ve li immaginate i Mazzatella che si ingozzano tra un divisorio in plexiglas e l’altro? Ah,ah,ah…!!! Per non parlare di nonna Antonecchia quando va a riscuotere la pensione con la mascherina e che dà della p*****a alla povera cassiera,lol, oppure le sorelle Celhoio che fanno mantenere le distanze agli ubriaconi della bettola, aaaaahhhhh… e ancora gli sfollati che alla fine si presentano per reclamare la baracca in versione anti-assembramento aaaah aaah ahhhh!!

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