
Offrire al visitatore il meglio del territorio in termini di tradizioni, folklore e gastronomia, ma allo stesso tempo garantire la sicurezza di chi viene alle manifestazioni e di chi le organizza. Senza dover però impazzire nel marasma della burocrazia che il Decreto Sicurezza impone. L’appello chiaro e forte viene da tutti i rappresentanti dell’Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia).
Paragonare un mega concerto in uno stadio con la sagra della zucca del paesello di campagna non ha senso. Vuol dire condannare a morte tante piccole manifestazioni. E perdere così un vasto e unico patrimonio di cultura e tradizione locale. Ma ecco che il grido d’allarme, lanciato dal presidente Unpli nazionale Antonino La Spina e da quello regionale del Veneto Giovanni Follador, trova subito riscontro. La deputata trevigiana Angela Colmellere (Lega) annuncia di aver depositato una proposta di legge alla Camera che introduce ulteriori semplificazioni all’attuale norma relativamente agli eventi di portata minore.
“Servono certamente manifestazioni sicure, ma le misure per contrastare il rischio devono essere proporzionate allo stesso” sostiene la deputata. “Se domani, a causa delle restrizioni imposte, fossimo costretti a rinunciare alle migliaia di eventi organizzati dalle nostre oltre 6.200 Pro loco sul territorio nazionale, vorrebbe dire azzoppare definitivamente la loro attività”.
Il testo prevede che siano considerati “minori” tutti gli eventi con un afflusso inferiore a 500 persone e che siano escluse dalla tipologia di “pubblico spettacolo” le sagre paesane, in modo da semplificarne gli adempimenti. Uno degli aspetti più rilevanti del nuovo testo, è l’esclusione di Pro Loco, parrocchie, comitati e associazioni senza fini di lucro, delle formalità di trasmissione della documentazione tramite il Suap.