Vi ricordate di Jack Frusciante è uscito dal gruppo? Il romanzo di Enrico Brizzi divenne sin dalla sua uscita un fenomeno, un libro icona, un manifesto letterario per un’intera generazione, quella cresciuta tra gli ’80 e i ’90. Brizzi fu capace di raccontare la possibilità, il sogno di una rivoluzione, la forza intrinseca del “tutto è possibile” di quegli anni. Oggi, l’autore torna con quello che è stato definito il romanzo della maturità.
LA PRIMAVERA PERFETTA… MA NON TROPPO
La primavera perfetta narra la vita di Luca Fanti, una vita all’apparenza normale, bella: manager di successo del fratello ciclista pluripremiato, una moglie affascinante, due splendidi figli. Potrebbe essere una noia agli occhi di molti, raccontata in questi termini, ma si sa che la vita umana non è mai lineare. E infatti anche nella vita di Luca ci sono stati intoppi, come il divorzio, gli alimenti impossibili da pagare, le accuse della figlia maggiore, perfino un processo per aggressione…
A rendere appassionante tutto è la capacità di Brizzi di accompagnare il lettore nella storia di Luca, nel suo processo di caduta e di redenzione: è un uomo come tanti, Luca, in cui tutti possono riconoscersi. A lui, Brizzi regala l’irresistibilità della redenzione, un processo in cui si alternano vizi e virtù, speranza, difetti, superficialità e voglia di cambiare. Ne La Primavera Perfetta è la perfezione dell’imperfetto a far venire voglia di scoprire di più, in questa famiglia disgregata e in cui i non detti, specie tra i fratelli, sono l’unico mezzo di comunicazione. L’amicizia gioca un ruolo chiave tra i protagonisti: si ride e si piange, pagina dopo pagina, trovando facile immedesimarsi e dirsi che in fondo siamo tutti un po’ Luca.
Brizzi accompagna quella generazione cresciuta con lui nella fase della maturità, che non è mai da favola come ci si immaginava ma non per questo scevra di emozioni. La primavera perfetta segna il suo atteso ritorno al romanzo puro.