Venerdì 17 aprile alle 21.20 su Rai Tre andrà in onda “Nome di donna”, il film del 2018 diretto da Marco Tullio Giordana e interpretato da Cristiana Capotondi e Valerio Binasco.
La pellicola narra la storia di Nina, che, dopo aver ottenuto un lavoro temporaneo in un residence per anziani, scopre che il manager della struttura ha messo in piedi un sistema basato su piccoli favori sessuali.
La storia indaga un personaggio femminile coraggioso e temerario e affronta tutto ciò che succede attorno a lei e alle altre donne, non solo quelle vittime di attenzioni fastidiose; tutti i personaggi femminili del film non sono giudicati, ma raccontati nella loro fragilità e nei danni collaterali per esempio attraverso la figura della figlia e della moglie del molestatore, vittime dei suoi comportamenti. Ho scelto attori che mi piacevano, tutti molto credibili nel mostrare le sfumature dei rispettivi personaggi.
Marco Tullio Giordana (Intervista a Movieplayer 13/03/2018)
Il soggetto è stato scritto dalla giornalista Cristiana Mainardi, che per scrivere la storia ha incontrato donne e associazioni, ascoltato storie e fatto ricerche sul campo.
Ho fatto un lavoro di ricerca obiettiva sulle figure, le associazioni e i sindacati che lavorano sul tema, alcune anche da cinquanta anni, e dall’altro ho cercato di incontrare donne, storie e di avere da loro la sensazione, l’emozione e il dolore profondo provato alla fine di storie a volte molto lunghe. Partendo da questi elementi ho ricostruito una storia di fantasia con l’intenzione di dare una chance a un personaggio che scegliendo di ribellarsi arrivasse a un esito positivo.
Cristiana Mainardi
Un film di strettissima attualità, se si pensa che, secondo i dati Istat del 2016, sono un milione 404 mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro.
La molestia, l’abuso, la manina, non fanno parte della deliziosa guerra dei sessi. È una questione di potere che riguarda tutti: prete e bambino, uomo con uomo, uomo con donna o donna con donna, è il problema di qualcuno che è in grado di esercitare una soggezione e di un’altra persona a cui costa molto caro dire di no. Ci saranno anche le eccezioni con le furbe o i furbi di turno, ma in buona sostanza le donne vittima di violenza sono così tante da pensare che sia un’abitudine radicata.
Marco Tullio Giordana